"Liberi e Uguali non può essere equidistante tra Di Maio e Salvini. Noi dobbiamo dare disponibilità a un confronto di merito. Lasciamo al Pd, anche alla sua cosiddetta minoranza di sinistra, la logica del tanto peggio tanto meglio. 
A Frattocchie, tanti anni fa, ci insegnavano a fare l'analisi differenziata dei fenomeni politici e sociali e a partire sempre dall'interesse del Paese, non dal nostro. Guardiamo all'Italia e all'agenda di chi ha intercettato la domanda di alternativa di larga parte di quel popolo delle periferie tradito dalla sinistra storica e dalla sinistra di movimento: la prima caduta prigioniera dell'europeismo liberista; la seconda segnata dalla nascita da un aristocratico cosmopolitismo. 
La base sociale del M5S è in larga parte quella che era e che vorremmo fosse la nostra base. Le proposte e le personalità individuate da Di Maio sul versante economico e sociale sono in sintonia culturale e programmatica con le nostre e con noi. Continuare a guardare al mondo del Pd pre-renziano, come abbiamo fatto con il programma e la classe dirigente di LeU in prima fila in campagna elettorale, ci condanna alla marginalità."

Stefano Fassina

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