Buongiorno.
Il Direttore Generale dell’Oms ha dichiarato: «Il mondo è sull’orlo di un catastrofico fallimento morale».
Il vaccino manca non solo nei paesi europei e negli Stati Uniti dove sono a rischio i programmi e i richiami della vaccinazione, ma è totalmente assente nei paesi poveri.
Nella migliore delle ipotesi si prevede infatti che solo il 30 per cento della popolazione più ricca sarà vaccinata entro il 2021.
Tutto questo perché si vuole tutelare la proprietà intellettuale delle grandi multinazionali del farmaco e garantire sul mondo il dominio della finanza sanitario e dei suoi profitti in sfregio al diritto alla vita degli uomini e delle donne del mondo.
L’UE e gli Stati Uniti di Biden devono intervenire e sospendere i brevetti sui vaccini e consentire la produzione necessaria per soddisfare i bisogni a tutte le industrie farmaceutiche che sono in grado di farla.
La ricerca sui vaccini è stata sviluppata grazie a enormi contributi pubblici. Ora gli Stati non possono piegare la testa ai potentati finanziari delle multinazionali farmaceutiche e rinunciare alla tutela del “bene comune” primario che è la salute e la vita dei cittadini del pianeta.
La battaglia deve svolgersi a Bruxelles e deve vedere impegnati i capi di stato in prima persona.
Lascia sgomenti per ora il silenzio dei partiti e in genere delle forze sociali.
Parla con chiarezza solo Papa Francesco.
Al Parlamento europeo è appena agli inizi la discussione sulla richiesta di rendere trasparenti e pubblici e contratti della Commissione con le case farmaceutiche. Lì con coraggio i nostri deputati devono far sentire la nostra voce.
Dall’esito di queste battaglie si decide il futuro dell’umanità.
Purtroppo la politica si mostra incerta e titubante, è come se, dopo tanti anni di neoliberismo, non fosse più in grado di far valere l’interesse generale e soffrisse di una totale sindrome di Stoccolma, rimanendo vittima del suo carnefice: il dominio assoluto della logica del profitto.
Non si tratta di nazionalizzare alcunché ma di mettere regole all’uso della conoscenza che è patrimonio dell’umanità.
Diceva Pietro Ingrao indignarsi è giusto e necessario “ma non basta. Bisogna costruire una reazione condivisa, attiva, un movimento o partito, oppure puoi chiamarla in altro modo”.
Ancora una volta si propone il tema: come costruire un partito che ci permetta di discutere, partecipare e non sentirci soli, e così lottare per un mondo diverso e migliore.
 

Tratto da un post facebook di Enrico Rossi

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