TERNI - “La nostra idea di Terni si basa sulla visione di una città con un’economia forte, sostenibile, internazionale, che abbia come faro l’innovazione e la conoscenza”. Lo sostiene Giammarco Urbani, presidente della Sezione di Terni di Confindustria Umbria che invita chi governerà la città a potersi focalizzare su alcuni obiettivi: sostenere il potenziale delle imprese esistenti, elevare le competenze delle risorse umane, realizzare e completare le infrastrutture materiali e immateriali, promuovere un sistema inclusivo e valorizzare il brand della città.

“Ci rendiamo conto che si tratta di una visione ambiziosa – aggiunge Urbani – ma per superare il periodo tormentato vissuto dalla città di Terni ci vogliono idee, ambizione e competenze. Siamo consapevoli che non sarà un compito facile e siamo pronti a offrire il nostro supporto costruttivo. Siamo convinti che l’impresa ternana possa rappresentare un fattore di rilancio economico e di sviluppo sociale molto importante. Perché questo possa avvenire occorre che l’impresa occupi un posto centrale negli interessi della comunità, occorre sostenere la sua competitività attraverso l’efficienza della pubblica amministrazione e un sistema di istruzione e formazione efficace”.

L’obiettivo strategico da perseguire, inoltre, per poter rilanciare il tessuto produttivo, è quello di non sovraccaricare le imprese, già gravate da oggettive difficoltà e da una pressione fiscale tra le più alte dell’area Ocse, di ulteriori oneri aggiuntivi e di sostenerle attraverso una infrastrutturazione adeguata alle esigenze del tessuto produttivo di Terni.

“In particolare – sottolinea Urbani – auspichiamo la possibilità di un collegamento ferroviario sicuro e veloce con Roma, il completamento della Orte-Civitavecchia e la realizzazione della bretella Sancarlo-Prisciano”.

Un discorso a parte riguarda il ruolo e la tutela delle aziende multinazionali e delle grandi imprese presenti nel nostro comune, realtà industriali che decidono di intraprendere un percorso di crescita, contribuendo allo sviluppo del territorio su cui si insediano. “L’internazionalizzazione – spiega Urbani - è una delle maggiori spinte allo sviluppo, perché l’incremento di competitività delle imprese per raggiungere i mercati esteri costituisce uno stimolo per la crescita del Paese in cui le imprese stesse risiedono. Questa spinta al miglioramento e al radicamento nel contesto socio-culturale e produttivo regionale avviene tanto più rapidamente quanto più velocemente si concretizzano due condizioni: la presenza di competenze per sviluppare attività di collaborazione con le imprese locali e la disponibilità, accompagnata alla capacità del sistema locale, di cogliere le opportunità per adeguarsi agli standard produttivi e di servizio richiesti da una grande impresa. Un percorso lungo e ambizioso, dunque, che può cominciare dalle piccole cose – sostiene Urbani – come la cura del contesto urbano cittadino, passando per la riqualificazione e la sicurezza delle aree industriali, pensiamo possa avviarsi un’epoca nuova per la città. La nostra professione ci impone di essere ottimisti, ma ne abbiamo motivo. Le imprese del nostro territorio stanno investendo, come non avveniva da molto tempo. Guardiamo con grande interesse, inoltre, alle opportunità collegate all’Area di Crisi complessa che nelle prossime settimane diventeranno concrete con l’apertura dei bandi nazionali e regionali per il sostegno agli investimenti”.

 

 

 

 

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