Mai, come in questa tornata elettorale, si è visto il popolo umbro, che ha una forte e radicata tradizione democratica, così indeciso.

Gli scandali, l’assenza di qualsiasi iniziativa politica uniti ad una strutturale debolezza della proposta politica, senza un vero progetto che possa aggregare una benché minima base sociale sulla quale costruire una rinascita, hanno determinato sfiducia e scontento.

La sinistra deve rinascere, perché di questo si tratta, facendo riferimento alla sua storia ma, soprattutto, guardando al futuro: per progettarlo è necessario partire dal presente.

Molte sono le contraddizioni del nostro tempo: disastri ambientali, morti sul lavoro, diseguaglianze sociali, mancanza di prospettive per i giovani, soprattutto in Umbria dove il 60% di essi fugge dal nostro territorio e dove l’economia arretra in modo più che preoccupante rispetto a quella delle altre regioni d’Italia.

Materie sulle quali la lotta politica dovrebbe essere decisa, senza alcun tentennamento, sorretta da iniziative, continue e di qualità, sostenute energicamente da un sindacato che invece è prigioniero di una burocratizzazione soffocante.

Un problema di democrazia del lavoro e di base che anche la nuova coalizione dovrebbe affrontare.

Siamo in una fase dove le categorie politiche che possono essere individuate con questi aggettivi hanno subito, stanno subendo, una radicale trasformazione, potremmo dire esaurite le loro capacità espressive e quindi considerare finito il loro tempo, Si dovrebbe, quindi, strategicamente trasformare la politica, con una nuova dialettica, pensare a nuovi soggetti politici per rilanciare valori ed ideali che sono stati, e lo sono ancora, patrimonio culturale delle forze di sinistra.

Di tutto questo non c’è traccia,

Si continua a perpetuare una politica logora ed estenuante che non produce effetti positivi, ma che lascia delusi quei cittadini che rappresentano, o dovrebbero rappresentare, la base sociale per quella rinascita di cui avremmo bisogno. Così si afferma il non voto o quello a destra.

Mai come in queste elezioni è in pericolo la democrazia.

Una destra xenofoba, razzista, nazionalista e populista, rischia di vincere e governare l’Umbria.

Una destra che non migliorerà le condizioni sociali dei più bisognosi, che non diminuirà le file di infinita attesa della sanità, che non interromperà l’esodo dei giovani, che non interverrà per risanare l’ambiente e non porrà fine alle cosiddette morti bianche sul lavoro. Perseguirà gli interessi dei più forti, darà un colpo mortale alla sanità privatizzandola, aumenterà l’odio per qualsiasi idea di integrazione e tolleranza, aumenteranno le discriminazioni sociali, la scuola cesserà di essere un istituto dove i giovani possono formare la loro coscienza critica, ma diventerà un luogo di separazione fra le classi sociali.

Per questi motivi, La Sinistra per l’Umbria sostiene il candidato Presidente Vincenzo Bianconi e la lista “Sinistra Civica Verde”.

Noi vogliamo dare una nuova possibilità di governo e una svolta innovativa e di sviluppo alla regione.

Siamo consapevoli del fatto che la rinascita della sinistra deve ancora cominciare, ma che la democrazia è un principio irrinunciabile, il solo che possa permettere una partecipazione popolare alla gestione della cosa pubblica, lottare per l’affermazione di quei principi sanciti dalla nostra Costituzione antifascista nata dalla Resistenza.

Una doppia sfida, quindi, per la Sinistra in Umbria: quella del governo regionale e quella di un nuovo radicamento politico e sociale.

Il percorso è appena cominciato, ma bisogna avere lo sguardo lungo e un progetto di un nuovo rapporto con la popolazione, basato sullo sviluppo sociale e politico, sulla partecipazione attiva delle varie componenti produttive, dei sindacati, del mondo della cultura e dell’associazionismo della nostra regione.

A. Gambacorta - G. Mattioli
Coordinamento La Sinistra per l’Umbria

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