di Linda Santilli

Elettra Deiana ieri ci ha lasciato.

Una compagna, intellettuale, femminista, pacifista, fuori dal comune. 
Mente vivacissima. Eretica. Avversa ai moralismi. Dal pensiero tagliente. Poliedrica.
Militante indefessa della sinistra di classe, Democrazia Proletaria prima, poi Rifondazione Comunista, poi Sel e Sinistra Italiana.

Donna di frontiera, capace di rappresentare le istituzioni da parlamentare, di essere dirigente di partito, ma di privilegiare i movimenti, ciò che si muove rispetto a ciò che è statico. La mescolanza e l’ibrido più che la purezza e la certezza. Infatti era interessata ai giovani, ne era attratta irresistibilmente, ne era sostenitrice “a prescindere”, li ascoltava più di quanto ascoltasse un qualsiasi cattedratico. E poi le donne, che sono state il suo mondo, il centro della sua vita politica, convinta che fosse quella la visuale da cui interpretare le cose e cambiarle perchè è lì che si coaugulano le contraddizioni più acute del presente. Senza le donne nulla cambia, così pensava. E ha tradotto questo convincimento in pratica politica, in lotta.  
Ma Elettra è stata soprattutto una donna libera, esempio per molte che hanno avuto la fortuna di averla accanto.
Ci lascia una grande eredità che non possiamo sprecare. 

Domani l'ultimo saluto alle 12 presso la Casa Internazionale delle donne a Roma, in via della Lungara 19.
 

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