PERUGIA - Nel 2018 Perugia ha ricordato il cinquantenario della morte di Aldo Capitini con una serie di iniziative tutte nate dal basso che hanno coinvolto la città dal centro alla periferia, cittadine umbre e di altre regioni.

Ricordarle sarebbe lungo e difficile e ci sarebbero colpevoli dimenticanze: Vogliamo ricordarne tre. Una a Pretola con la Nuova Brigata Pretolana, la poetessa Anna Maria Farabbi con canti di pace e letture capitiniane, l'iniziativa di Francesco Capponi artista che in un luogo marginale della città a lato della Galleria Kenndy ha disegnato “l'Orologio di Aldo Capitini”, il lungo lavoro di Lanfranco Binni con i docenti e gli studenti del “Capitini”.

Finito l'anno capitiniano ci siamo detti che non poteva finire con il 31 dicembre 2018 e qualcosa si è continuato a fare per la nonviolenza. Pensiamo, ad esempio, all'impegno per la Giornata Mondiale dei Diritti Umani di tante associazioni il cui lavoro è senz'altro animato da uno spirito nonviolento, al Calendario Civile di Perugia nel quale le date capitiniane sono ben presenti, la presentazione al Circolo Arci Ponte d'Oddi del libro su Bruno Enei, una delle persone più vicina a Capitini e la più rimossa.

Ora è arrivato l'attentato terroristico di Trump con l'uccisione del generale iraniano Soleimani. Non è l'inizio di una guerra, perché nel Medio Oriente, e non solo lì, sono anni che si combatte. È un'escalation pericolosissima della “Terza guerra mondiale spezzettata”, come l'ha recentemente definita Papa Francesco, alla quale i nonviolenti, gli amanti della Pace devono sentire il dovere di rispondere.

Si dovrebbe fare in ogni parte del mondo, senz'altro in Europa, in particolare se ne dovrebbe sentire la necessità nel nostro Paese i cui confini sono così vicini ai luoghi dove si combatte questa nondichiarata guerra mondiale.

Certamente deve farlo Perugia, la città di Aldo Capitini, perché Il tempo di contrapporre la Pace alla guerra è ora.

Cesare Barbanera Vanni Capoccia
 

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