di Sergio Cofferati.

Credo sarebbe il caso di sforzarsi, anche nell’epoca della post-ideologia, di chiamare le cose con il loro nome e di spiegare quello che sta dietro a parole altrimenti vuote. Il governo Conte che ha ricevuto la fiducia del Parlamento è un governo esplicitamente di destra.

Cosa vuol dire questo nel 2018? Quello che ha sempre voluto dire e di cui oggi molti sembrano non accorgersi: è di destra la flat tax e, più in generale, una politica economica e fiscale che favorisce i più ricchi togliendo evidentemente risorse ai servizi per chi sta peggio; è di destra non accorgersi delle enormi disuguaglianze che sono cresciute nel paese; è di destra non considerare il lavoro come un elemento fondamentale a cui restituire diritti e dignità; è di destra fomentare odio verso chi arriva nel nostro paese e innescare una guerra tra poveri contro chi si lascia dietro fame, guerra e disperazione e trovando spesso uno sfruttamento che facciamo finta di non vedere; è di destra pensare che la sicurezza collettiva possa basarsi sulla legittima difesa e sull´uso delle armi; è di destra il regresso quasi medievale che si prospetta sui diritti civili....

Contro un governo di destra serve costruire un’opposizione di sinistra che, fuori da ogni ambiguità, ridia chiarezza e significato anche a questa parola, visto che spesso negli ultimi anni si è giocato (troppo e male) ad imitare la destra. È un discorso molto semplificato, per carità, ma forse è il caso di partire dal ritrovare il senso di orientamento.

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