CITTA’ DI CASTELLO - “Dobbiamo credere che il desiderio di riscatto per risollevarsi da certi baratri è presente in tutti noi. Per questo è importante che i gruppi sociali, le parrocchie, i genitori lavorino più in sinergia per affrontare il problema delle dipendenze, non solo dalla droga. Si costituisca e si continui a costituire anche nel territorio una presenza operativa contro qualsiasi forma di dipendenza. Invito tutti, ciascuno nella propria condizione, a continuare questo cammino perché fino a che ci saranno delle necessità o delle istituzioni che ve lo chiedono dovete continuare in maniera più forte, in maniera ancora più agguerrita quello che voi state facendo da trenta anni, grazie Don Paolino”.

E’ quanto dichiarato ieri sera dal Presidente della Cei (Conferenza Episcopale Italiana), cardinale, Gualtiero Bassetti, dal palco del teatro degli Illuminati nel corso della celebrazione dei trenta anni di attività del Ceis a Città di Castello, “trenta anni di lotta alle dipendenze e di aiuto alle persone”, come hanno precisato nell’introduzione don Paolino Trani, responsabile del Centro e l’amministratore Modesto Urbani, affiancati dal Presidente del Csa di Arezzo (di cui il Ceis dal 13 novembre del 1989 e’ una emanazione territoriale), Franco Valori, dal vescovo di Città di Castello, Monsignor Domenico Cancian, dal primo presidente e fondatore del Ceis tifernate, don Antonio Rossi.

Accanto a loro presenze istituzionali a partire dalla vice-ministro alla Istruzione, Università e Ricerca, On. Anna Ascani, al sindaco, Luciano Bacchetta e all’assessore alle politiche sociali, Luciana Bassini.

In sala anche il comandante della Stazione dei Carabinieri di Città di Castello, luogotenente, Fabrizio Capalti.

L’incontro è stato preceduto e intervallato dalla esibizione musicale applaudita del maestro Fabio Battistelli e di Stefano Falleri. Quindi il teatro a cura di Gilda Foni ed alcune toccanti testimonianze dei ragazzi presenti in sala assieme alle loro famiglie e agli operatori socio-sanitari che da sempre collaborano con il centro tifernate.

Nel ricordare che la “droga continua ad uccidere” e che Città di Castello non può considerarsi “isola felice”, il vescovo tifernate ha fatto riferimento alla recente relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia. curata dal dipartimento delle Politiche antidroga della presidenza del Consiglio. da cui, dati alla mano, si evince purtroppo che l’Umbria “è la regione con il più elevato tasso di decessi droga-correlati, davanti ad Abruzzo e Molise”.

“Dati e statistiche che fanno riflettere – ha detto Cancian – e ci riportano tutti alla realtà e alla consapevolezza che insieme, in sinergia e collaborazione quotidiana puntando sull’educazione, la prevenzione, l’ascolto,  si può uscire da questo tunnel e vedere la luce della speranza in fondo. I trenta anni del Ceis, grazie a don Antonio, Don Paolino ai volontari alle famiglie dei ragazzi, agli operatori, alle istituzioni, alle parrocchie stanno a rappresentare proprio questo, una base di partenza per rilanciare con forza e vigore questa straordinaria esperienza di servizio e di comunità che è racchiusa in questo teatro”. “Noi saremo sempre al vostro fianco”, ha concluso il vescovo Cancian.

“Ho praticamente l’età del Ceis e mi occupo di educazione dei giovani, di cultura, di scuola - ha invece dichiarato la vice-ministro Anna Ascani - non potevo mancare a questo importante appuntamento e con orgoglio anche da tifernate sono qui per farvi sentire la vicinanza delle istituzioni nazionali che, accanto a quelle locali a partire dal Comune da sempre in prima linea, possono fare tanto per il futuro”.

“Quello della droga e della diffusione delle sostanze stupefacenti, soprattutto fra i giovanissimi, è un problema emergenziale da affrontare tutti insieme nella consapevolezza che la fragiltà non è una colpa ma è ciò da cui puo’ entrare la luce della speranza”, ha concluso Anna Ascani.

Di passione, senso di appartenenza e vicinanza costante ai più deboli e a coloro che si trovano in difficoltà ha parlato il sindaco, Luciano Bacchetta, che ha ringraziato i fondatori del Ceis, Don “Tonino” Rossi in testa, Modesto Urbani e Don Paolino Trani, autentici motori di una macchina di solidarietà e assistenza di cui tutta la comunità tifernate è orgogliosa.

“Don Paolino e tutti coloro che gli sono a fianco da trenta anni – ha concluso il sindaco Bacchetta – hanno affrontato il rapporto con i ragazzi in maniera laica senza pregiudizi e sentenze annunciate. Il Comune, come allora, ha fatto e farà sempre la sua parte stando vicino a tutti voi che ogni giorno tenete accesa la speranza dei ragazzi e delle loro famiglie che proprio questa sera hanno raccontato che si può uscire dal tunnel delle dipendenze e ripartire a testa alta consapevoli di aver intrapreso la strada sbagliata”.

Anche l’assessore alle Politiche Sociali, Luciana Bassini ha rinnovato i ringraziamenti di tutta la comunità locale e del mondo dell’associazionismo che oggi celebra al Loggiato Gildoni con “L’albero del volontariato” la giornata della solidarietà.

“In questi trenta anni sono passate per il Ceis circa 1300 persone con un’età che va da 25 a 50 anni, uomini in prevalenza, un terzo dei quali provenienti dal carcere. Sempre più spesso accogliamo stranieri anche se non abbiamo dati sul successo di questo cammino che è molto tortuoso e può raggiungere punti di non ritorno” ha concluso don Paolino Trani, menzionando il sacerdote Enrico Trebalzini, che negli anni Ottanta ebbe l’intuizione del Centro Solidarietà e Accoglienza di Arezzo in seno al quale è nato e si muove il Ceis di Città di Castello.“

 

Condividi