DERUTA – Il Museo della Ceramica più antico d’Italia, nato nel 1898, con circa 900 pezzi esposti diventa più multimediale e valorizza il suo deposito, completamente catalogato e visitabile. Parliamo del Museo Regionale della Ceramica di Deruta che oggi espone la storia della ceramica, un manufatto artistico di cui la città di Deruta ancora  va fiera. In un incontro con la stampa, alla presenza di molte autorità e degli alunni del Liceo Artistico derutese, sono stati presentati i progetti di valorizzazione del museo  realizzati con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. La sede del museo è un ex cinema e come tale si presta all’esposizione in verticale che lo rende unico nel suo genere, infatti, l’imponente torre metallica di quattro piani riservata ai depositi, comunicante con il percorso museale storico, presenta oltre 4500 ceramiche conservate in scaffali vetrati, interamente accessibile al pubblico e debitamente attrezzata per attività di studio e per attività didattiche e di laboratorio. Con questi progetti sono state riallestite alcune sessioni, messi pannelli didattici e informativi, dedicato un sito internet e una App riguardante i depositi del museo e l’introduzione di apparati multimediali che ne consentono la libera consultazione da parte dell’utenza. I visitatori nel percorso di visita troveranno due totem installati in diverse aree dell’ampia zona deposito che permettono un approfondimento su diversi aspetti delle opere della sezione, tra cui le biografie dei principali artisti e la consultazione di bozzetti e progetti degli anni Trenta e Quaranta del Novecento (che sono stati digitalizzati proprio a questo scopo) realizzati dagli artisti (Strada, Fantoni, Bonazzi, Pascucci, Aretini, Loy, Ciuti, Giuntini, ecc.) e finalizzati alla produzione delle opere del CIMA (Consorzio Italiano Maioliche Artistiche). È in corso, inoltre, l’attività di catalogazione digitale (nel portale Samira) delle opere del percorso storico del museo. I supporti multimediali installati consentiranno anche la libera consultazione dell’archivio digitale delle opere del museo, quando questo sarà pubblicato, conferendo al deposito anche la connotazione di luogo di studio e di ricerca.

 
 

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