di Nicolò Ollino.

Faccende come il Decreto Minniti sulla Sicurezza per me segnano uno spartiacque politico.
Una normativa che poco ha da invidiare a proposte leghiste, che cavalca la paura, che innalza il vuoto decoro del centro ghettizzando periferie e disagio, che permette di allontanare gli indesiderati, gli emarginati, gli "indecorosi". Una via molto pericolosa da percorrere.

Il mio partito, Sinistra Italiana, l'ha decifrato, contrastato e compattamente ha votato contro. Credevo che l'avversione totale a queste tematiche fosse patrimonio comune di chi si ispira alla sinistra, di chi parla di sinistra, di chi vuole riunire la sinistra. (altrimenti, senza i temi, senza i fatti, di che stiamo a parlare?)
Apprendo che così non è. Che ci sono compagni di ieri o ex compagni di oggi, politicamente confusi o antirenziani fuoriusciti che l'hanno votato. Gente molto democratica e progressista che vota un decreto classista e regressivo. Chi passa dalle iniziative "aperte" ad un'astensione che fa male agli occhi. Il M5S si astiene, per dire.
Non so se tutto questo è convinzione personale o è esigenza tattica di un qualche tipo. Onestamente non so neanche cosa sia peggio.

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