L'Avana, 25 Novembre 2020
"62° anno della Rivoluzione"
"A nome del popolo e del governo cubano e del Generale dell'Esercito Raúl Castro Ruz, esprimo le mie più sentite condoglianze per la morte di Diego Armando Maradona, un caro e fedele amico di Fidel e del nostro popolo", ha scritto il presidente cubano.
Maradona, stella del calcio argentino e continentale, ha sostenuto la causa della rivoluzione cubana fino al suo ultimo respiro. Era un grande amico di Fidel Castro e Hugo Chávez, entrambi leader di progetti nazionali progressisti e antimperialisti.
Il 28 luglio 1987, Fidel  ricevette il calciatore argentino Diego Armando Maradona, al Palazzo della Rivoluzione, invitato da Prensa Latina a ricevere il Premio come miglior atleta latinoamericano del 1986.
Era la prima volta che Cuba ospitava il più grande dei calciatori del mondo. Il 23 luglio 1987 è arrivato nella capitale e, solo cinque giorni dopo, sarebbe accaduto uno degli eventi più importanti della sua vita, qualcosa di totalmente estraneo al calcio: l'incontro con il Comandante in Capo Fidel Castro, uno dei suoi idoli, raccontò allora Juventud Rebelde.
Maradona ha sempre dichiarato il suo amore e rispetto per Fidel e lo ha ringraziato più volte per il supporto che gli ha dato durante una delle fasi più difficili della sua vita.
'Mi sento cubano. Mi hanno dato amore nella mia malattia. Se mi alzo ogni mattina e posso parlare o rilasciare questa intervista  lo devo a Fidel, mi ha salvato la vita”, ha confessato il giorno in cui ha saputo della morte del Comandante, che considerava come il suo secondo padre.
 

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