CREDERE, INOCULARE, UCRAINIZZARE
di Andrea Zhok
"Valentina Lisitsa, annullato il concerto della pianista ucraina pro-Putin alla Fenice di Venezia. Scoppia la polemica: 'Ha suonato nella Mariupol occupata'."
Anche alla pianista ucraina Valentina Lisitsa è stato annullato il concerto previsto alla Fenice di Venezia. Solo l'ultima di una lunghissima serie di esibizioni spudorate di russofobia che hanno dilagato e continuano a dilagare nelle famose "liberaldemocrazie occidentali".
Dopo tre anni in cui la persecuzione, censura, sanzione di ogni forma di dissenso è passata come nuova normalità, l'unica cosa che ancora mi chiedo è dove siano finiti tutti i demoprogressisti che ci hanno sfracellato le gonadi per decenni, maestrine e maestrini che impartivano lezioni di inclusività, non discriminazione, e democraticità ad alzo zero.
Certo, anche in passato erano capaci di raccontarsi tortuose menzogne per cui, dopo tutto, usare come argomentazioni democratiche le "bombe intelligenti" e i B-52 era "né irragionevole né sproporzionato" (cit.)
Ma ora che sono dismesse anche tutte le apparenze, ora che se non batti i tacchi rispetto alle veline di regime sei un nemico da abbattere e vale tutto, ora che la standardizzazione bigotta delle opinioni di potere e l'intolleranza più ottusa nei confronti di tutto il resto, sono diventati senza resti la nostra nuova realtà occidentale, ora, tutti questi, dove sono? Quanti strati di falsa coscienza, quante maschere su maschere devono indossare anche dormendo per rimanersene silenti e anzi, plaudenti?
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