PERUGIA - Proseguiamo il nostro resoconto sul dibattito all'assemblea legislative umbra con l'intervento di Fabio PAPARELLI (Pd-Portavoce opposizione),

“Oggi - ha detto ad inizio dell'intervento - è la Giornata mondiale degli infermieri a cui, a nome della minoranza, ma credo anche di tutta l’Aula vorrei esprimere un sentito ringraziamento. Mi auguro che in quest’Aula si possa RIPRENDERE UN’ATTIVITÀ NORMALE ED ORDINARIA CON LA DISCUSSIONE DI ATTI DI INDIRIZZO, PROPOSTE DI LEGGE, MAGARI PARTENDO DA QUELLI LEGATI AI TEMI DELL’EMERGENZA E AGLI ATTI DI SINDACATO ISPETTIVO. Continuiamo a sentir parlare di ‘Modello Umbria’ di cui purtroppo non intravediamo neppure una bozza, né per quanto riguarda l’emergenza sanitaria, né per quella economica e neanche soprattutto per quanto concerne la democrazia e la trasparenza vista la difficoltà per quanto riguarda l’accesso agli atti. Ci sono oltre 20 interrogazioni che da gennaio non hanno ricevuto risposta, in piena violazione dello Statuto. Tra l’altro abbiamo ricevuto una lettera giuridicamente orripilante dal direttore Dario che fa sapere di non poter dare seguito ad atti di sindacato dei consiglieri o di accesso agli atti perché, di fatto, non ha tempo per rispondere. E questo, almeno, fino a quando la condizione sarà quella di oggi. Il Presidente di quest’Aula deve garantire le funzioni di controllo della minoranza. C’è un punto politico che non consente all’Umbria, seppure in presenza di numeri adeguati, di poter rappresentare un modello: spesso, IN QUESTE SETTIMANE L’AUTONOMIA POLITICA E TERRITORIALE È STATA SUBORDINATA ALL’ESIGENZA DI UNA POLEMICA QUOTIDIANA CON IL GOVERNO NAZIONALE, che oggi tuttavia la presidente Tesei ha voluto smorzare e di questo ne prendiamo atto. Noi rivendichiamo comunque tutta l’autonomia politica e territoriale sia per quanto riguarda la gestione del modello emergenziale in tema di sanità che di economia. Quest’Aula è ad oggi è stata esautorata dalla possibilità di discutere. Sul piano istituzionale è venuto il momento di voltare pagina. Ad oggi non è stato utilizzato nessuno spazio normativo, anche quello che era consentito, disponibile, a partire dal tema degli anticipi. Che non sia un modello Umbria lo testimonia non solo la gestione dell’emergenza sanitaria nonostante i bassi contagi: manca una netta separazione negli ospedali misti tra i percorsi per la gestione ordinaria e quella per la gestione dell’emergenza Covid, e c’è confusione tra ospedale covid e covid free. All’interno dei reparti misti manca ancora una netta separazione dei percorsi dettata da protocolli e procedure che l’Assessore dovrebbe emanare immediatamente. Quanto sta ancora accadendo all’ospedale di Terni è eclatante. Riteniamo necessario investire risorse per mettere le strutture sanitarie pubbliche in condizione di poter affrontare eventuali, ulteriori fasi emergenziali non svilendo la sanità pubblica, non facendo diventare gli ospedali umbri ‘covid’ lasciando spazio surrettiziamente alla sanità privata che va vista in un’ottica di sussidiarietà. L’emergenza sanitaria in alcuni territori non è purtroppo terminata. Il presidio di Orvieto ed altre situazioni non sono ancora pienamente sotto controllo. Servono modelli organizzativi che tengano conto delle nostre peculiarità. L’ospedale di Terni che dà il 70 per cento del fatturato extra regionale non è stato messo in grado di poter esercitare appieno tutta la sua competitività. Per questo rilancio la proposta di dare seguito a quanto previsto nel piano sanitario preadottato circa la costituzione di un polo unico dell’Azienda ospedaliera di Terni con gli ospedali di Narni e Amelia. In questo modo si potrà avere, anche in futuro, un polo nell’Umbria del sud per affrontare eventuali emergenze. Se si ha intenzione di fare indagine epidemiologica con prescrizione medica per i test sierologici all’interno di istituti privati, dovranno essere, almeno per le persone ed imprese in difficoltà, a carico del sistema sanitario regionale. In tema di ECONOMIA ABBIAMO LE RISORSE, SIA UMANE CHE FINANZIARIE PER METTERE IN CAMPO E DISCUTERE IN QUEST’AULA UN PIANO STRUTTURALE BIENNALE PER LA RIPRESA ECONOMICA che tenga conto sia di quello che bisogna fare nell’ambito di un’emergenza sanitaria e dall’altro il mettere in sicurezza, almeno in parte, le 70mila imprese umbre. Manca un fondo regionale di sostegno, come altre Regioni hanno previsto, per affitti delle famiglie più povere o per piccole imprese in difficoltà. Bisogna fare di più sulle tasse locali. In merito al turismo va portato in discussione Aula il Masterplan triennale che è il piano di azioni per il quale è stato fatto un affidamento con gara pubblica. Non è un caso che Il Sole 24 Ore ci abbia classificato all’ultimo posto tra le Regioni per aver previsto un solo milione dal bilancio regionale per l’emergenza. Ci aspettavamo una variazione del bilancio regionale accompagnata da un piano strutturale, economico, sanitario per capire quello che si vuole fare nei prossimi mesi. Non si può continuare a dire di attendere i provvedimenti del Governo. Sono insufficienti le risorse previste per gli anticipi della cassa integrazione, come non è stata prevista alcuna risorsa aggiuntiva per i bonus alimentari. Mi auguro che non scompaiano parte dei 9,8 milioni di euro dedicati all’area di crisi complessa per la riqualificazione industriale del comparto Terni, Narni, Amelia dove spero, a breve si possano riprendere gli investimenti. Dal 18 maggio non ci saranno più alibi rispetto alle aperture, ma in questi giorni bisogna discutere, rispetto al come si riapre, le proposte provenienti dalle organizzazioni sindacali. Auspico infine che i 200milioni che l’Europa ci ha liberato grazie alla concessione della totale flessibilità nell’utilizzo residuo delle risorse comunitarie che possono consentire a questa Regione di fare dare vita ad un vero piano strutturale che affronti i nodi dell’emergenza sanitaria ed economica e dia risposte ai lavoratori, alle imprese e alle famiglie”.

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