Il Tar dell'Umbria ha sospeso la chiusura dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, per bambini fino a 36 mesi d'età, nella provincia di Perugia e nei comuni di quella di Terni dichiarati zona rossa per l'emergenza Covid. Ha infatti accolto il ricorso presentato da uno dei genitori contro l'ordinanza della Regione del 6 febbraio scorso.

Secondo i giudici il provvedimento impugnato "reca un pregiudizio evidente nei confronti della ricorrente e del minore rappresentato poiché nel sistema normativo statale si rintraccia la prescrizione che anche in zona rossa le scuole per l'infanzia restino aperte". Ha quindi fissato al 16 marzo la trattazione collegiale in camera di consiglio.
Il Tar ha invece respinto la parte del ricorso contro la stessa ordinanza della Regione per la parte che coinvolge l'istruzione primaria e secondaria (che deve svolgersi "esclusivamente con modalità a distanza"). "La gravità dell'incremento epidemiologico - è scritto tra l'altro nell'ordinanza - comporta la conferma dell'orientamento per cui, nel bilanciamento tra l'interesse alla salute pubblica e quello ad una formazione scolastica (che comunque può essere svolta temporaneamente a distanza), la prevalenza del primo; in tale situazione nemmeno appare legittimamente precludibile la fruizione del congedo per motivi familiari".

Il presidente facente funzioni di Anci Umbria, Michele Toniaccini ha convocato in videoconferenza una riunione fra i sindaci dei Comuni della zona rossa per affrontare insieme il tema relativo alla sentenza del Tar su nidi e infanzia.

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