PERUGIA – Nel corso della sessione di Question time della seduta di oggi dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, il consigliere Michele Bettarelli (Pd) ha chiesto alla Giunta notizie “sul tavolo tecnico di coordinamento tra Regione Umbria e sanità privata per test e tamponi”e in particolare “come mai in questa fase in cui tanto la Regione spinge per riaprire il 18 non si usa l’accordo con i privati per garantire screening gratuiti o quasi alle aziende e agli esercizi che riaprono affinché i costi non siano a carico delle aziende private”.

Illustrando l’atto in Aula Bettarelli ha ricordato che “i consiglieri possono avere informazioni solo dalla stampa. Il 2 aprile tutta la stampa umbra annunciava l’iniziativa di una struttura della sanità privata nella nostra Regione: test rapidi per il Covid-19 a pagamento. Il giorno successivo un altro annuncio eclatante: sospensione dei test e tavolo tecnico di coordinamento tra Regione e sanità privata ‘imminente’, data indicate 7/8 aprile. Poi il 16 aprile si dà comunicazione di una delibera di Giunta per l’uso di ospedali privati accreditati nella gestione dell’emergenza. Ma ancora non si sa niente sull’accordo per il settore diagnostico. Il 5 maggio un comunicato ci informa che sono state definite disposizioni per test nei laboratori privati con uno scarno protocollo. Chiedo di capire se la questione diagnostica dell’accordo pubblico privato si è limitato a questo piccolo protocollo. Tante regioni hanno fatto accordi di altra natura e hanno messo i lavoratori più esposti in condizione di poter usufruire di test gratuiti. Qui il privato li fa a pagamento. Con la nuova fase dell’emergenza è essenziale la capacità di tracciare i positivi per evitare il crearsi di nuovi focolai. Inoltre una maggiore conoscenza del virus non può che derivare dalla complementarietà tra tamponi e test sierologici. In questo momento serve predisporre strumenti all’altezza della situazione che stiamo vivendo. Per riaprire bisogna poter tracciare e sapere dove sono i positivi al virus. Altrimenti dovremo cominciare tutto da capo. La Regione deve fare un accordo con i privati, anche se è difficile ragionare con coloro a cui si sono mandati i Nas”.

L’assessore COLETTO nella risposta ha detto che “l’interlocuzione con il sistema della diagnostica privata è avvenuta per rendere coerenti gli interventi dei laboratori privati con l’organizzazione della sanità pubblica nella gestione dell’emergenza. L’utilizzo dei test sierologici è stato preceduto da una fase sperimentale che ha previsto lo screening di 1200 persone in cui sono stati usati i test immunologici in parallelo con i test su tamponi faringeo. Questa fase ha indicato un potere predittivo molto alto del test immunologico negativo, meno importante per esito positivo: 28 per cento di esito positivo del test molecolare, mentre esito negativo del 96 per cento. In questa fase non esiste un test con valore predittivo certo e assoluto. L’utilizzo contestuale di test immunologici serve per dare una risposta rapida che consente lo screening di grandi numeri per delimitare ad esempio le zone rosse. Si tratta di mettere in atto tutte le procedure per una gestione coerente dei pazienti da parte del servizio sanitario regionale che ha la necessità di assicurare il controllo di tutte le attività di gestione dell’epidemia. Le associazioni di categoria dei laboratori privati sono state destinatarie di una nota il 2 maggio in cui venivano notificate le disposizioni per test sierologici. Nel documento si prevede che l’esecuzione dei test sierologici nei laboratori privati avvenga secondo precise norme come la prescrizione medica, il rispetto di protocolli di sicurezza e protezione, con il consenso informato. In caso di positività si attiva l’isolamento. Chi ha effettuato il test deve segnalare immediatamente il caso positivo. Deve essere garantita la tracciabilità della prestazione. L’esito del test deve essere comunicato alla Asl tramite l’inserimento nei sistemi informatici. C’è stato uno stop momentaneo e un dialogo con i laboratori privati visto che non c’era una normativa per la gestione di queste situazioni da parte del privato. Il 3 maggio è partita una circolare dal Ministero che prevedeva la prescrizione medica per questo tipo di test fatto dai privati”.

Nella sua replica Bettarelli si è detto “totalmente insoddisfatto” dalla risposta dell’Assessore perché “era sufficiente leggere il comunicato stampa. Questo non è il modo di trattare i consiglieri regionali. Rimango allibito da tale comportamento. Comunque l’assessore conferma che la Regione che non c’è strategia per lo screening dei soggetti più esposti e per le attività che riprenderanno il 18”. 

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