TODI - Da quando si è insediata l’amministrazione Ruggiano (correva il giugno 2017), il vicesindaco Adriano Ruspolini ha ritenuto opportuno munirsi dell’aiuto di un fido scudiero per il disbrigo delle faccende quotidiane. Nel settembre 2017, tramite infatti determina comunale, veniva conferito al ad un ex dipendente pubblico in pensione un incarico, a titolo gratuito, con le funzioni di collaborazione e segreteria nell’ufficio del vicesindaco. 

Fin da subito il signore in questione, assurto al ruolo di “attendente” del “generalissimo” Ruspolini, travalica quelli che sono i compiti assegnati ex lege al suo incarico: telefona agli uffici, impartisce ordini di servizio, si rapporta direttamente con la cittadinanza etc.

Già il quadro descritto poc’anzi non è dei migliori, ma ad aggravare il tutto arriva dell’altro. Per legge, infatti, gli incarichi di collaborazione non possono essere superiori ad un anno, non sono prorogabili e nemmeno rinnovabili presso nessun’altra amministrazione. Ergo, l’”attendente del generalissimo” non può più svolgere funzioni di collaborazione con qualsivoglia componente della giunta tuderte dal 4 settembre 2018.

Il vicesindaco, tuttavia, non contento che il suo “attendente” svolga ormai le sue funzioni al di sopra della legge, ora gli assegna pure un ufficio collocato all’interno dei palazzi comunali dotato di ogni comfort: computer, telefono etc. Come può una persona usare a suo piacimento locali pubblici? A che titolo si rapporta con i cittadini? In base a quali norme impartisce direttive agli uffici?

La risposta è piuttosto scontata: non può fare nulla di tutto questo! Nel rapportarsi con le persone, peraltro, ci sono elementi che attingono profili di riservatezza e privacy che, per legge, impongono solo a chi ne abbia titoli di poter agire in nome e per conto dell’amministrazione. Un normale cittadino non può e non deve utilizzare mezzi e strumenti della pubblica amministrazione, che sono pagati da tutti i contribuenti.

La gravità della cosa sotto il profilo legale ed amministrativo è enorme, ma forse pesa ancora di più il profilo politico. Un vicesindaco (terza carica istituzionale dopo il sindaco ed il presidente del Consiglio comunale) non può muoversi al di fuori delle regole, peraltro con una superficialità arrogante che lascia attoniti.

Pietà per il povero “attendente” che dal suo prode “generale” è stato messo in una situazione del genere. Pietà per la città di Todi, rappresentata da un vicesindaco facilone e maldestro.

Gruppo Consiliare Partito Democratico.

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