BASTIA UMBRA – Più occupazione e sostenibilità ambientale, puntando sul turismo. Sono questi i tre aspetti ad incarnare le maggiori aspettative per il futuro dell’Umbria. A dirlo sono i primi dati del think tank “L’Umbria che vogliamo” presentati sabato scorso, 16 novembre, da Cia-Agricoltori Italiani Umbria in occasione della Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili “Fa’ la cosa giusta”, appena conclusa a Bastia e di cui Cia Umbria è parte del comitato organizzativo. 

Come e perché: il questionario

Il questionario, on line dallo scorso luglio sul sito www.lumbriachevogliamo.it, è stato realizzato da Cia Umbria con la collaborazione di diverse associazioni di categoria economiche ed extra economiche regionali, tra cui Confartigianato che ha partecipato all’evento e l’Associazione nazionale dei consumatori Konsumer. Il sondaggio chiedeva a tutta la cittadinanza umbra, non solo imprenditori agricoli ma anche del settore commercio e servizi, dipendenti pubblici e privati, studenti e disoccupati, di dare un indirizzo di spesa circa i Fondi Strutturali e di Investimento Europei 2021-2027, seguendo le indicazioni di sostenibilità ambientale, economica e sociale dettate dalla Commissione Europea e, più in generale, dai 17 goal dell’Agenda 2030 Onu per lo Sviluppo Economico, che chiedono un’Umbria più intelligente, più verde, più connessa, più sociale, più vicina ai suoi cittadini, anche attraverso iniziative di sviluppo locali come questa messa in atto da Cia Umbria. È stato quindi utilizzato un approccio bottom up, dal basso verso l’alto, per dare voce a tutti i cittadini nella costruzione del proprio territorio.

I dati

I dati, presentati dal Prof. Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia, hanno evidenziato tra le priorità per risollevare la situazione socio-economica umbra, al primo posto la crescita delle imprese, attraverso progetti innovativi da realizzare con l’aiuto di una burocrazia più snella. Alla domanda ‘su quali imprese occorre canalizzare i finanziamenti pubblici della prossima programmazione?’, la maggioranza dei cittadini umbri ha menzionando le aziende del turismo. La costruzione di strade, acquedotti rurali e altre infrastrutture è risultata al primo posto tra le azioni da compiere per lo sviluppo delle aree interne.  Parlando più specificatamente di ambiente, il contrasto ai cambiamenti climatico, inaspettatamente, è l’ultima preoccupazione sugli investimenti da portare avanti con le risorse Ue. È, piuttosto, la tutela del paesaggio la preoccupazione più forte tra gli umbri in materia ambientale, seguita dalla gestione dei rifiuti. Se, però, filtriamo le risposte in base al titolo di studio, le cose cambiamo. In questo caso, per i laureati con laurea specialistica o master, la sostenibilità ambientale diventa la prima necessità nel costruire il futuro dell’Umbria, l’occupazione è al secondo posto. Sorprende, infine, come i diritti sociali rimangano relegati agli ultimi posti tra le priorità di sviluppo di questa regione.

Partner e Patrocinio Asvis

All’evento, che ha ottenuto il Patrocinio Asvis- Alleanza Italiano per lo Sviluppo Sostenibile, hanno partecipato come relatori oltre al prof. Frascarelli, anche il Dr Gianni Bottalico, Responsabile dei rapporto con le Regioni e gli Enti Territoriali Asvis,  che ha presentato la situazione italiana, ancora in ritardo, circa i 17 goal Onu, il Dirigente della Regione Umbria per lo Sviluppo Sostenibile Sandro Costantini, il Presidente dei Dottori Agronomi dell’Umbria Francesco Martella, nuovi partner del progetto, il presidente del Settore Edilizia Confartigianato Umbria Fiorello Fioretti, il Presidente nazionale Konsumer Fabrizio Premuti, Veronica Lazzara dell’Azienda agricola Valle del Tevere, come esempio di sostenibilità sociale, e il Presidente di Cia Umbria, che ha ideato il progetto “L’Umbria che vogliamo” Matteo Bartolini.

Il think tank entra ora nella sua terza fase. Per tutti gli aggiornamenti basta seguire la pagina Fb “L’Umbria che vogliamo” e l’omonimo sito internet.

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