FOLIGNO – Fino a ieri la Protezione civile regionale aveva ricevuto dal Dipartimento nazionale di Protezione civile le seguenti forniture:

n. 5 ventilatori per terapia intensiva;
n. 3 ventilatori trasportabili;
n. 2 ventilatori per terapia sub intensiva;
n. 268.000 mascherine modello "Montrasio" rettangolari;
n. 208.000 mascherine a conchiglia chirurgiche;
n. 30.000 mascherine FFP2;
n. 1700 camici visitatori.

Nello specifico la Regione evidenzia che: n. 2 respiratori da terapia intensiva (modello Draeger Savina) sono già stati destinati all'ospedale di Città di Castello e sono funzionanti; n.3 respiratori da terapia intensiva (modello Draeger Savina), secondo quanto riferito dai tecnici sanitari a cui sono stati inviati, devono essere oggetto di adeguamento degli attacchi dell'ossigeno in quanto differenti perché provenienti da Paesi che utilizzano attacchi diversi. Il relativo materiale necessario a tale adeguamento è già stato ordinato dalla Protezione civile regionale; n.3 respiratori da trasporto (modello Draeger Oxilog), sempre secondo quanto riferito dai tecnici sanitari a cui sono stati inviati, benché funzionanti non sono dotati di batterie e pertanto possono essere utilizzati solamente se attaccati alla rete elettrica. Tali respiratori, inoltre, hanno tutte le grafiche in lingua cinese; anche in questo caso si è provveduto ad ordinare sia le batterie sia i moduli in lingua italiana; n.2 respiratori da sub intensiva (modello Philips) sono già stati destinati al reparto MIV dell'ospedale di Perugia e sono funzionanti.

Relativamente alle mascherine modello "Montrasio" di tipo rettangolare, su indicazione del Dipartimento nazionale di Protezione civile sono state inizialmente distribuite ai reparti sanitari, ma – spiega sempre la Regione - le stesse successivamente sono state oggetto di lamentele relativamente al loro utilizzo in ambito ospedaliero e pertanto distribuite ad altri soggetti.

L'unica cosa che non si dice nella nota della Regione è che la stessa aveva "intimato"  la consegna di questi materiali entro il termine di 10 giorni e che sono invece giunti in Umbria dopo 3 giorni appena. I responsabili della nostra sanità hanno avuto quindi una settimana piena di tempo per risolvere questioni non certo insormontabili, tanto più quelle legate alla traduzione di qualche scritta in cinese, considerato che sono decine gli studenti provenienti da quel grande Paese che frequentano la nostra Università per stranieri. 

 

 

 

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