TERNI – Visite domiciliari e cure precoci, esportando anche in Umbria il “modello Piacenza”. A proporlo è il consigliere provinciale e capogruppo in Comune a Narni del Psi Federico Novelli che in un comunicato sottolinea i risultati che sta ottenendo il protocollo d’intervento messo in atto nella città emiliana. “Si sta dimostrando particolarmente efficace – afferma Novelli - nel pronto accertamento del contagio da Covid-19 e nella gestione e nella cura del malato.

Su diverse testate di informazione sanitaria il dott. Luigi Cavanna, primario di oncologia all’ospedale di Piacenza, illustra questo metodo precoce di cura a domicilio che consiste nel curare precocemente a casa i pazienti dopo averli sottoposti, sempre tra le mura domestiche ad accertamenti strumentali, iniziando subito le terapie con idrossiclorochina ed antivirale. Il lavoro su un’ottantina di pazienti curati a casa, sempre sotto il costante controllo medico – sottolinea sempre Novelli - aggredendo la malattia dal principio sta dando importanti risultati.

Novelli nel comunicato riporta la dichiarazione del medico: “La nostra strategia è stata quella di cominciare un trattamento specifico antivirale. Voglio chiarire che la terapia antivirale decodificata non esiste a tutt’oggi, ma ci sono farmaci dimostrati efficaci come l’idrossiclorochina e antivirali che si usano per l’Aids. Abbiamo accumulato molte esperienze: se questi farmaci vengono somministrati precocemente, malati che partono da una febbre a 39-40 con una ossidazione al limite non sono stati ricoverati e sono migliorati a casa. Questa è la chiave di volta.  Il problema non è andare a fare il tampone a casa, spesso non c’è tempo: l’importante è iniziare precocemente le cure. Ci sono malattie che arrivano all’improvviso come infarto o ictus.

Non è così per il Covid. Le persone che arrivano al pronto soccorso sono persone che hanno una storia di febbre, tosse e ancora febbre. Poi comincia a comparire l’insufficienza respiratoria. È fondamentale curare precocemente con farmaci ad hoc ma soprattutto monitorare i pazienti. Ci rendiamo conto tutti i giorni del loro stato di salute con i messaggi che ci mandano: se qualcuno non li manda siamo noi a chiamare. Si è creata una piccola cabina di regia. Così ci rendiamo conto dei pazienti più critici che hanno bisogno di essere ricoverati. Per la verità se le cure vengono iniziate precocemente sono pochi quelli da ospedalizzare”.

“Questo prezioso lavoro – sostiene l’esponente socialista - sembra rovesciare l’assunto di queste settimane: evitare l’ospedalizzazione per potenziare l’assistenza domiciliare e diminuire i ricoverati in terapia intensiva. I dati della nostra Regione sembrano registrare un calo dei contagiati, ma bisogna tenere la guardia alta, anche perché probabilmente saremo costretti a convivere col virus fino all’arrivo di vaccini efficaci.

Riteniamo opportuno che la Regione dell’Umbria avvii velocemente la sperimentazione sul nostro territorio di questo metodo, utilizzando da subito le varie task force già costituite dalle due USL del territorio per monitorare i positivi in isolamento domiciliare, e la sollecitiamo a farlo. Il Partito Socialista, in particolar modo in questa Regione, da decenni è promotore di politiche sanitarie di “ospedalizzazione domiciliare”, e non avendo attualmente rappresentanti che siedono in Consiglio Regionale, consegno alla stampa questo contributo alla difficile battaglia che cittadini ed istituzioni stanno conducendo”. 

 

Condividi