Una prima questione di forma che ha comunque una sua profonda valenza di sostanza: la legge di bilancio per il 2023 è passata a colpi di voto di fiducia.

Questo è il governo Meloni, la stessa che nel 2020, non un’era geologica fa, tuonava contro il governo in carica che, a suo parere, impediva al Parlamento di discutere la manovra che si stava allora approvando.

 Poi il contenuto della manovra: Demolizione del reddito di cittadinanza mettendo il prossimo anno in profonda crisi centinaia di migliaia di famiglie;
Sottofinanziamento della sanità pubblica al 6,1% del PIL, distanza siderale da Francia e Germania che investono nella sanità il 9%, il resto dell’Europa ha una media del 7,5%. Una misura iniqua è la cancellazione di 10 milioni per il Piano oncologico, oltre allo scippo di 200 milioni che dovevano essere destinati al personale dei Pronto Soccorso.
L’ampliamento della possibilità di utilizzo dei voucher cancellati dal governo Gentiloni, con l’abbassamento delle tutele ai lavoratori ad iniziare dal congedo per maternità;

Continua il depauperamento della scuola pubblica a vantaggio di quella privata alla quale si regalano diversi milioni di euro;
L’ignobile balletto sulle pensioni, molte delle quali si vedranno negare l’adeguamento all’inflazione che oramai viaggia ad un livello sopra le due cifre;
I dipendenti pubblici che, con molta probabilità, si vedranno negare il rinnovo contrattuale sostituito da un incremento delle retribuzioni prossimo al 2%, quasi una elemosina.

Tutt’altra cosa in Spagna, dove la maggioranza di sinistra nella manovra di bilancio introduce una tassa per i grandi patrimoni e un contributo di solidarietà dagli istituti di credito. Nella stessa manovra vi sono finanziamenti per i giovani (aumento delle risorse per le borse di studio) e le famiglie, aiuti economici alle madri, gratutità per tutto il 2023 per i treni suburbani e a media percorrenza, aumentano le risorse per la sanità, la previdenza, migranti e lotta contro la violenza di genere. La finanziaria Meloni si mostra pertanto con i suoi connotati di classe ed ideologici, a scapito dei bisogni e dei diritti della maggioranza della popolazione italiana.

L’associazione Coordinamento 2050 Umbria nei prossimi giorni organizzerà un incontro pubblico al fine di illustrare alla collettività i veri intenti della manovra approvata, che poco hanno a che fare con gli interessi generali e molto con gli egoismi delle consorterie che hanno portato al governo questa destra classista.

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