Mi ritengo una persona che va in controtendenza. Sono arrivata a Perugia, per la prima volta, nel 2009, in un periodo in cui molti ragazzi perugini decidevano di andare via, di costruirsi, legittimamente, un futuro altrove. Io, invece, dopo qualche anno di andirivieni mi sono innamorata, e ho deciso di restare.
A differenza di alcune delle compagne e alcuni dei compagni che corrono con me in questa avventura, non provengo da nessun partito. Non perché non abbia un’idea precisa, ma perché vivo la politica in modo diverso. Sono una studentessa di Scienze Politiche, tra le altre cose. La politica “la studio” e mi approccio a lei di conseguenza. Cerco di capirla, mi appassiona, la seguo, provo a spiegarla, ma non l’ho mai vissuta dall’interno e ci sono cose di lei che proprio detesto. Una di queste è la campagna elettorale. Io sono una persona dai modi piuttosto pacati e diplomatici, non mi piacciono le urla né gli slogan, sogno un paese in cui si possa avere un dibattito politico dai toni civili e urbani.

E allora verrebbe da chiedersi perché ho accettato la candidatura. Tenterò di spiegarlo partendo da una citazione di Alexis de Tocqueville.

“Io considero empia è detestabile questa massima: che in materia di governo la maggioranza di un popolo ha il diritto di fare tutto [...]. Esiste una legge che è stata fatta [...] dalla maggioranza di tutti gli uomini. Questa legge è la giustizia. La giustizia è dunque il limite del diritto di ogni popolo [...]. Non nego affatto alla maggioranza il diritto di comandare, soltanto mi appello non più alla sovranità di un popolo, ma a quella del genere umano.”

Questa “tirannide della maggioranza” da cui mette in guardia Tocqueville, è ciò che vogliamo combattere anche noi che ci candidiamo con Perugia Città in Comune. La democrazia non può e non deve esaurirsi al momento del voto; è giusto che continui, quotidianamente, rendendo partecipi i cittadini delle politiche da attuare, in una logica finalmente bottom up, al fine di sottrarre la decisione di tali politiche ai privati che, legittimamente, perseguono i propri interessi e mai quelli della comunità. Non è più una questione di politica, ma di democrazia, e di giustizia: perché è giusto e democratico che la città la governi chi la vive sulla propria pelle.

Allora questo potrebbe sembrare un ragionamento populista, e non spiegherebbe il perché del mio sostegno a questa lista a alla sua candidata sindaca Katia Bellillo.

Ho accettato la candidatura perché ho voluto prendermi, come molti altri candidati, un impegno civico nei confronti della città che mi ha adottata.
L’ho accettata perché tengo (ancora) una bandiera di Che Guevara sopra la testata del letto, a ricordarmi che la qualità più bella di un rivoluzionario è sentire e fare propria, sempre, ogni ingiustizia, commessa contro chiunque, in qualunque parte del mondo.
L’ho fatto perché nella mia libreria, in prima fila, ho Gramsci a ricordarmi che non si può essere indifferenti.
Perché credo che difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori non sia soltanto giusto, ma anche di sinistra. 
Garantire a tutte e a tutti l’accesso a beni di prima necessità quali una casa, cibo e acqua, non è soltanto giusto, ma è anche di sinistra. E lo è anche difendere e lottare per i diritti delle famiglie arcobaleno, difendere l’ambiente dalla cementificazione continua, fare in modo che se un giovane laureato decide di andarsene altrove sia per una libera scelta, e mai per necessità. 
Mi sono candidata perché credo in questo progetto, e credo nelle persone, nei cittadini che avranno voglia, con noi, di metterlo in pratica.

Veronica Salvini
Candidata Consigliera Comunale
Perugia Città in Comune

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