PERUGIA – Nella riunione di ieri della Commissione ‘analisi e studi su criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, tossicodipendenza, sicurezza e qualità della vita’, presieduta da Giacomo Leonelli, è stato trattato il tema della gestione dei canili e del servizio del randagismo dell’Asl Umbria 2. La richiesta di audizione in proposito era stata del consigliere regionale e vicepresidente della stessa Commissione, Sergio De Vincenzi (Misto-Umbria next) a seguito di alcuni articoli di stampa rispetto ad un presunto ‘business del randagismo’ in Umbria ( https://goo.gl/usQaBo(link is external) ).

All’audizione hanno preso parte, per l’Asl Umbria 2 Roberto Giannelli (responsabile servizio Sanità animale) e Guglielmo Speranzoni (responsabile servizio Igiene allevamenti) che hanno, innanzitutto, rimarcato come all’Asl spetti l’assistenza sanitaria ed il recupero del cane, mentre sono i Comuni a dover provvedere alla gestione economico finanziaria dei canili. Ad oggi esiste un solo canile sanitario nell’ambito della Asl 2, ma un altro è in fase di strutturazione a Narni, mentre tutta la parte nord del territorio ricadente nella stessa Asl ne è completamente priva.

Rispetto alla questione dei canili e ai cosiddetti ‘cani fantasma’ i due auditi hanno fatto sapere che approfondimenti in merito sono stati demandati ad una commissione regionale ad hoc che dovrà analizzare la situazione e che alla conclusione del lavoro verranno resi noti i risultati.

A margine della riunione, nel corso della quale alcuni commissari presenti hanno chiesto delucidazioni sulla tematica, De Vincenzi ha rilevato come siano emerse “situazioni di disorganizzazione sia a livello di strutture che di operatività. Rimaniamo in attesa – ha detto – dei risultati che la Commissione renderà noti. Sono stati istituiti, a livello di sistema informatico, dei canili virtuali, da questo sono emerse strutture in posti improbabili ed addirittura inesistenti e come specificato in audizione la situazione era da ricondurre ad un artificio informatico adottato dai programmatori e sottoposto ad analisi, da qui il fenomeno dei ‘cani fantasma’ sui quali si sta comunque indagando. È emersa anche una carenza di canili sanitari, ma soprattutto rispetto all’iter amministrativo per l’accalappiamento dei randagi. È importante fare comunque chiarezza su movimenti di cani e sulle attività dei rifugi e delle associazioni che li gestiscono per evitare qualsiasi rischio di eventuale malagestione”.

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