Di Ciuenlai – “Il congresso appena incominciato, è già finito….” L’unica cosa che si può scegliere , nel pd umbro  è se far cantare questa frase a Sergio Endrigo o a Roberto Carlos. Il segretario no, quello c’è già, in attesa dell’ufficialità che verrà sancita dai quella proforma che va sotto il nome di assise congressuale.

Tommaso Bori , alla maniera tipica della cultura congressuale dei democratici, ha tessuto bene, anzi benissimo, la sua tela e adesso di trova dentro una botte di ferro. Ecco il succo del racconto che all’unisono mi hanno fatto diversi e autorevolissimi dirigenti del pd umbro dislocati in tutti i principali territori della regione. 

Dopo aver conquistato il monopolio del  perugino, anche grazie al ritiro (per varie ragioni) degli unici due”impossibili”  contendenti (Cernicchi e Leonelli) e affittato la sua gestione alla fidatissima Sarah Bistocchi (prossima segretaria comunale), si è premurato di fare due cose : garantirsi l’appoggio di quei pochi sindaci “di peso” rimasti al Pd che mantengono un elevato numero di consensi e trovare “un pass” per  farsi accettare dalla categoria “etnica” più ostile a quelli del capoluogo: i ternani.  

Fatto!  Già fatto? Si già fatto. Ha cominciato naturalmente dall’unica area che ha resistito, quasi in blocco, alla Lega : il Trasimeno.  I Sindaci di Castiglion del Lago Burico e di Passignano  Pasquali farebbero ormai parte dell’apparato politico che affianca il Capogruppo piddino in Regione. Quello di Magione Chiodini fa sapere in giro che non è un “Boriano” . Ma il bel mucchietto di preferenze date a Bori nella sua terra  alle scorse regionali, raccontano un’altra storia. E infatti sono tutti convinti che lo appoggerà senza se e senza ma. Usciti dall’acqua del lago  e fino al regno del suo principale sfidante (De Rebotti di Narni) ci sono solo due primi cittadini, targati Pd, che dirigono municipi importanti : Betti di Corciano e Presciutti di Gualdo Tadino. Betti ha sempre avuti buonissimi rapporti con De Rebotti , ma nessuno crede che abbia la voglia e “soprattutto  il fegato” per sostenere uno scontro frontale contro il nuovo segretario. Secondo chi lo conosce bene “non farà una campagna pesante a favore, ma non la farà neanche contro e alla fine lo voterà”.

Rimane Presciutti. Il sindaco di Gualdo Tadino. Lui si presenta come candidato e quindi sfida Bori e non lo vota. Formalmente si, ma concretamente “anche no”. Fonti molto vicine al capogruppo hanno fatto sapere che tra i due esisterebbe un accordo secondo il quale “il gualdese” si candida, ma qualora Bori non raggiungesse il 50% dei voti (ipotesi  remotissima) e avesse bisogno di appoggi nell’organismo deputato a nominare il nuovo segretario, l’ Assemblea Regionale, lui gli garantirebbe i suoi voti. Ci sarebbe pure una contropartita per questo tipo di alleanza. Bori potrebbe sostenere Presciutti  come candidato alla segreteria provinciale del partito.

Dicevamo di Terni. Sarà la seconda volta, dal dopoguerra, che un perugino avrà un plebiscito nella città dell’acciaio. Il primo fu Raffaele Rossi, nominato, con voto unanime del Comitato Federale, segretario della Federazione ternana del Pci . Bori invece lo  otterrà attraverso un doppio accordo con il Consigliere Regionale Paparelli che avrebbe “buona stampa” anche a Spoleto e con quello che chiamano il “gruppone dei giovani”. Due entità che “non si nasano”, che poco si sopportano, ma che in questa occasione avrebbero lo stesso obiettivo.  Alcuni errori e soprattutto alcune nomine di De Rebotti non sarebbero andate giù ai “compagni ed amici” di Piazza Tacito , che consumerebbero così, votando in massa Bori, la loro vendetta. Una vendetta che  verrebbe rafforzata  entrando direttamente in casa del concorrente ed  eleggendo a segretario provinciale  Giovanni Rubini, Consigliere comunale di Narni.  Infine anche la situazione dell’alta Umbria e di Foligno sembrerebbe essere di assoluta tranquillità per Bori.

In questo quadro e visto che questo scenario viene dato dai più come scontato, sono in corso alcuni riposizionamenti ed alcune discussioni, in vecchie correnti ancora attive, sul dove e sul  con chi stare. Tra i tanti consensi a favore, il capogruppo in regione del Pd pare che non potrà godere di quello di Anna Ascani. Non sarebbe un disastro. Il Vice Ministro dell’istruzione non sembra in grado di spostare granchè nella nostra regione, ma sarebbe comunque una notizia. Pare infatti che la “freccia bianca” partita da Città di Castello e arrivata a Roma via Gualdo Cattaneo, abbia abbandonato il gruppo di Lotti per unirsi a quello del Vice Segretario nazionale Orlando, gruppo che potrebbe, qui da noi, appoggiare De Rebotti.

Infine tra i “reduci” dei bocciani si sarebbe aperta una discussione su chi appoggiare tra Presciutti (che era uno dei loro) e De Rebotti.  Anche qui parliamo di numeri scarsi. Ma la scelta politica non è di poco conto. Presciutti, se come dicono ha veramente un accordo con Bori, vorrebbe dire rientrare in maggioranza  da una finestra molto laterale, De Rebotti poter giocare un ruolo non secondario in una minoranza, che però si annuncia esile e debole (secondo diversi esponenti del Pd per  il Sindaco di Narni superare il 20% sarebbe un miracolo).

Bene abbiamo finito perchè dopo questa mangiata di nomi non vi aspettate che io cominci a parlarvi di contenuti. Quelli, come in tutti i congressi del Pd, verranno messi un corposo documento dal titolo “tutto e il contrario di tutto” , che in pochi leggeranno e del quale i democratici dimenticheranno la “sua esistenza in vita” il giorno dopo. Eppure ci sono una regione, (presto) due Province e i principali comuni da riconquistare.  Ma il ripercorrere la strada dei vecchi riti, non sembra il verso giusto per riuscirci. Il congresso resta ancora unicamente l’elezione del segretario. E il resto? Il resto manca.

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