La Commissione di Controllo e Garanzia ha affrontato questa mattina due temi.

In primo luogo è ripreso il dibattito sulla nota presentata dal consigliere Prisco su: “Richiesta di attivazione della V Commissione di Controllo e Garanzia. Studio funzionale e di supporto alla candidatura di Perugia – Assisi a Capitale della cultura 2019. Determinazioni a contrarre”.

Nel dispositivo dell’atto, già discusso in precedenti sedute, Prisco aveva chiesto di “verificare i motivi che possano giustificare il doppio incarico affidato a Federculture prima per 30.000,00 e successivamente per 15.000,00 in relazione al medesimo oggetto e quindi il mancato rispetto del divieto di frazionare i lavori, mantenendoli artificiosamente sotto la soglia. Si chiede di chiarire, altresì, il contenuto di detti progetti, nonché il contributo che dal 2001 al 2011 viene elargito, quale quota associativa, alla Federculture; quale beneficio viene all’Amministrazione e quali progetti la stessa Federculture abbia realizzato, ritenendo, tra l’altro che la neo costituita Fondazione Perugia - Assisi avrebbe potuto effettuare la progettazione della Candidatura senza ulteriore onere per l’Ente, salvo il rimborso delle spese vive. Si chiede, inoltre, di chiarire la titolarità e le modalità che regolano i rapporti con le risorse umane impegnate nel progetto, sia in termini contrattuali che assicurativi”.

Nel corso della seduta odierna Prisco ha presentato alla Commissione una bozza di risoluzione finale. Dopo aver ripercorso i tratti salienti di quanto emerso in Commissione nel corso delle precedenti sedute dedicate al tema, il consigliere di FdI ha proposto, nel dispositivo, di adottare quattro indicazioni da fornire all’Amministrazione Comunale per il sereno e trasparente svolgimento delle procedure di gara e per sostenere con forza la candidatura di Perugia ed Assisi a capitale europea della cultura. Queste nel dettaglio:

1) “Nell’interesse delle finanze dell’Ente, occorre valutare nuovamente la reale utilità dell’adesione del Comune di Perugia all’Associazione Federculture e definire, con maggiore precisione, le linee gestionali mediante le quali ricorrere all’utilizzo di consulenze esterne;

2) Nell’interesse esclusivo dell’Ente giova segnalare quanto sopra rappresentato all’autorità di vigilanza sui contratti pubblici al fine di tacitare eventuali dubbi al riguardo;

3) prima di affidare eventuali altre consulenze esterne, sempre nell’interesse delle finanze dell’Ente, è auspicabile effettuare una piena ricognizione delle professionalità esistenti all’interno dell’Amministrazione;

4) Negli affidamenti sotto soglia, ma di non particolare urgenza, è comunque auspicabile poter provvedere ad acquisire almeno tre preventivi prima di affidare il servizio”.

Sbrenna ha aperto il dibattito esprimendo una forte preoccupazione, “perchè, dall’analisi degli atti, questa è la vicenda più seria, sotto il profilo della legittimità degli atti, che mi sia capitato di affrontare nel corso della legislatura.

Il portavoce dell’opposizione si è concentrato, in particolare, su tre aspetti.

In primo luogo ha parlato del frazionamento degli importi per l’affidamento di servizi: “è pacifico – ha detto – per la chiarezza delle norme e della Giurisprudenza, che sia consentito l’affidamento di importi frazionati per un unico progetto, solo se emergano nel tempo fatti nuovi (che fanno lievitare i costi), sconosciuti al momento dello svolgimento della gara.

Al di là di questa ipotesi, il frazionamento non è ammesso e non lo era, quindi, anche nel caso di specie”.

Ed ancora Sbrenna ha riferito che con una determinazione del 24 settembre il Dirigente Comunale ha valutato congrua un’ipotesi progettuale che è stata, però, formalmente acquisita dall’Ente a protocollo solamente nel successivo mese di novembre. Questa appare, quindi, una circostanza grave ed abnorme.

Infine Sbrenna ha altresì definito grave il fatto che, dopo aver liquidato un progetto per l’importo di 30.000 euro a settembre, ne sia stato liquidato un altro identico nel contenuto a novembre, per 15.000 euro.

Dunque il consigliere dell’opposizione ha espresso grandi perplessità per quanto accaduto ed ha definito il dispositivo della risoluzione presentata da Prisco addirittura troppo cauto rispetto a quanto emerso.

A tal proposito Prisco si è detto disponibile a modificare il dispositivo, inserendo, eventualmente, l’opportunità di trasmettere gli atti alla Procura della Corte dei Conti.

Mearini ha rivolto un invito all’istante, ossia di ritornare ad un serio e sereno dibattito, all’interno del quale venga esclusa ogni “minaccia” di assumere iniziative giudiziarie e si possano tranquillamente approfondire ed analizzare gli atti e gli eventi oggetto della nota.

Corrado ha chiarito che sono tre gli aspetti della vicenda, ossia politico, amministrativo e giudiziario, ciascuno autonomo rispetto agli altri, ma per certi aspetti connessi.

I primi due sono di assoluta competenza della Commissione, il terzo esula dalle prerogative dei consiglieri, cui rimane solo l’eventuale potere di segnalazione.

“Da quanto emerso in questa vicenda – ha detto il consigliere del Gruppo misto – la consulenza assegnata dal Comune non era strettamente necessaria e poteva essere, sotto il profilo politico, tranquillamente evitata. Dal punto di vista amministrativo, invece, occorre valutare con attenzione se fosse opportuno il frazionamento dell’importo affidato e se i funzionari abbiano agito autonomamente o sulla base delle indicazioni formulate dalla parte politica. Mi pare strano, infatti, che il soggetto amministrativo possa agire all’insaputa del suo referente politico”.

Neri ha chiarito che un elemento emerge con chiarezza dalla vicenda, ossia la “scomposizione” di iniziative che dovevano in teoria essere deliberate da un’unica entità (Perugia ed Assisi) e che, invece, sono state assunte solo da Perugia.

Quanto a Federculture, il consigliere del PdCI ha invitato i Commissari a non sottovalutare il ruolo di tale associazione che, su queste tematiche, ha sviluppato nel corso degli anni importanti competenze. Altra cosa, secondo Neri, è invece la legittimità degli atti, sui quali occorre un approfondimento generale.

Fronduti ha evidenziato che Federculture ha sì delle importanti competenze, ma tende ad indirizzarle su settori e progetti non di ampio respiro e, quindi, insufficienti per il supporto alla candidatura Perugia-Assisi 2019. Il consigliere del PdL si è detto d’accordo con Prisco sulle perplessità manifestate in merito alla vicenda, con particolare riferimento agli incarichi affidati (sconosciuti alla parte politica), ma anche alle finalità degli stessi.

La Commissione, all’esito del dibattito, ha deciso di riaggiornarsi sulla questione, così da permettere ad ogni consigliere di poter valutare con attenzione la risoluzione presentata da Prisco solamente questa mattina.

 

Successivamente è stata illustrata la nota presentata dai consiglieri del PDL su : “Attività di controllo su atti relativi a modalità di pagamento della tassa di occupazione sul suolo pubblico (TOSAP)”.

Tenuto conto della Deliberazione di Consiglio comunale n. 95 del 14.12.2009 con la quale si approvava il Regolamento per la definizione agevolata della TOSAP permanente, il PdL ha chiesto di attivare la Commissione V al fine di verificare la correttezza amministrativa delle premesse e degli effetti risultanti dalla richiamata deliberazione di Consiglio.

“In particolare, si vuole avere contezza – ha detto Romizi in rappresentanza del PdL - dell’operato finanziario, intrapreso dalla Società affidataria del servizio di accertamento, riscossione e versamento della TOSAP permanente, nel quinquennio 2009-2013.

Tale richiesta si è resa necessaria, viste le proteste da parte di numerosi contribuenti a cui non sono stati recapitati, nel biennio 2009-2010, gli avvisi bonari a seguito dei controlli automatici e formali rilevati dall’Amministrazione finanziaria della società Dogre s.r.l.; inoltre, tale beneficio fiscale, cosi come previsto dalle vigenti disposizioni di legge in materia, legge 27 dicembre 2002 art. 13, comma 1, n 289, è stato sospeso negli anni seguenti, provocando, di fatto, una discriminazione tra i contribuenti che hanno ricevuto l’avviso e usufruito dello “sconto” sulle sanzioni, e chi costretto a pagare il tributo locale gravato di interessi applicati”.

Prisco, in aggiunta a quanto denunciato dai colleghi del PdL, ha segnalato un’altra problematica. Sarebbero emersi molti casi, in cui la Dogre non darebbe corso alla richiesta di rimborso da parte dei cittadini; richiesta che viene presentata dopo i sopralluoghi dai quali si accerti la non assoggettabilità del passo alla tassazione. Per tali motivi il consigliere di FdI ha invitato ad aggiungere questo aspetto a quelli contenuti nella nota, onde procedere ad un approfondimento.

Fronduti ha riferito che sarebbero migliaia le nuove cartelle inviate dalla Dogre, con una criticità ulteriore: “è grave – ha affermato – che non sia più possibile chiedere il sopralluogo per valutare in contraddittorio lo stato del passo carrabile e che, di conseguenza, l’unica strada riservata ai cittadini sia il ricorso alla Commissione Tributaria”.

A questo punto la Commissione ha deciso di proseguire l’analisi del tema, convocando per la prossima seduta in audizione il responsabile della Dogre ed il dirigente comunale dell’Ufficio finanziario.

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