PERUGIA - "L'avvenuta comunicazione dell'apertura della procedura di licenziamento collettivo per 125 dipendenti della Colussi annunciata dall'azienda, suscita profonda preoccupazione": è quanto affermano in una nota la presidente della Regione, Catiuscia Marini e l'assessore allo sviluppo economico, Fabio Paparelli.

"Pensiamo - proseguono - sia utile una valutazione più approfondita, da parte dell'azienda, che consenta, anche a seguito del confronto con le organizzazioni sindacali, di rivedere tale decisione". "L'annuncio di questi licenziamenti - commentano ancora - unitamente alle altre vertenze già in essere" impongono "non solo tavoli di confronto nel merito delle singole vertenze, ma necessitano di una responsabilizzazione condivisa da parte di tutti".

"Fermi restando tutti i tavoli regionali e nazionali connessi alla gestione delle singole e specifiche vertenze, la Giunta regionale convocherà uno specifico tavolo con tutte le parti sociali, comprese le rappresentanze delle imprese e delle categorie produttive".

Preoccupazione anche da parte del segretario regionale Pd Giacomo Leonelli che nella sua veste di consigliere regionale afferma che per la Regione deve essere prioritaria la difesa dei lavoratori ed osserva stupito che “gli esuberi annunciati sono il doppio di quanto previsto nel piano industriale presentato a luglio”. Per Leonelli è quindi "necessario l’invito al confronto delle posizioni di azienda e lavoratori in sede di audizione in Seconda commissione”.

Nella sua veste più politica ci spettiamo invece da Leonelli la proposta di un altro incontro dei sindacati e delle Rsu con Renzi, così come ha suggerito per la vertenza Perugina. Si va quindi riempiendo il taccuino degli appuntamenti del giovine segretario regionale dem che, così continuando, rischia di rimanere vittima di uno stress da Jobs act, dato che con questo strumento il governo nazionale ha lasciato mano libera alle imprese percacciare i lavoratori che a loro non servono più e di imporre a quelli che restano, indifesi, condizioni contrattuali al limite della fame.

 

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