CITTA’ DI CASTELLO - “Né il caldo né le molte concomitanze hanno impedito alle Fiere di San Bartolomeo di confermarsi un appuntamento classico di fine estate, sia per le famiglie che per i visitatori”: commento positivo da parte dell’assessore al Turismo e Commercio di Città di Castello Riccardo Carletti alla tre giorni tifernate dedicata alle merci e al bestiame. 2000 degustazioni, poco meno di 200 espositori complessivi delle due sezioni, afflusso costante - tranne le ore più calde - dentro il perimetro della manifestazione.

Questi sono alcuni dati di consuntivo per l’edizione 2017 a cui Carletti aggiunge valutazioni più generali: “C’è stato movimento sia nel centro storico che nell’area dell’Ansa del Tevere. Le energie mobilitate hanno avuto un ruolo importante: dalle società rionali e pro-loco al Centro di formazione Bufalini, fino alla Usl Umbria 1 con il Servizi Veterinario e la Rondine. Tanto concorso è stato premiato dal pubblico che ha continuano a rinnovare l’apprezzamento ad un’iniziativa ispirata ai valori ancora attuali del nostro passato rurale, come la sicurezza alimentare e l’alleanza con l’ambiente. Un indicatore oggettivo di tale riscontro è il totale delle degustazioni preparate dai ragazzi e dai docenti del Centro di formazione Bufalini, che hanno toccato quota duemila. Allo stesso modo i piatti della tradizione serviti negli stand delle società rionali Graticole e Riosecco e della pro-loco Piosina sono stati un’alternativa per molte famiglie, che hanno scelto trattenersi alla Fiera. Voglio citare i due popoli, spesso sovrapponibili, di chi ha frequentato le fiere e di chi era volontario delle fiere, segno che San Bartolomeo suscita ancora interesse e occupa un posto nell’identità cittadina”.

Il messaggio etico-economico che dalla Fiera del Bestiame anche quest’anno è stato lanciato da allevatori ed operatori ha ribadito l’eccellenza delle produzioni locali e le necessità di un ricorso sempre più ampio a certificazioni e tracciabilità.

Durante il convegno “La filiera corta: prospettiva di sviluppo e valorizzazione dei prodotti agricoli locali”, dalla zootecnia si è spaziato a tutto quello che “una volta era definito e considerato settore primario” riassume Rossella Cestini, intervenuta in quanto assessore alle Politiche educative, per parlare del sistema di ristorazione scolastica e del modello educativo-culturale, che da diversi anni ne sostiene i principi del capitolato di appalto.

"Mangiare non è mai stato un fatto solo fisiologico. Oggi questa consapevolezza diventa etica e non solo culturale perché stili di vita non corretti possono incedere sul valore pubblico della salute a qualsiasi latitudine ed d'altro canto essere di orientamento per scelte personali che vanno ben oltre il regime dietetico. Come comune, e in stretto raccordo con le scuole, da tempo lavoriamo su questi temi tradotti a regime negli asili nido comunali e che saranno implementati dal prossimo affidamento del servizio di ristorazione scolastica, un pacchetto, nei periodi clou, da circa 2000 pasti al giorno. Nelle nostre mense, oltre alla filiera corta, i prodotti di base sono di derivazione biologica e a chilometri zero in particolare la carne fresca, i cereali, latticini, l’olio extravergine, le uova, ortofrutta formaggi. Dobbiamo porci come obbiettivo un ingresso stabile dei cosidetti chilometri zero anche nel paniere quotidiano delle famiglie".

 

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