CITTA’ DI CASTELLO - Trenta anni di CEIS a Città di Castello: in realtà “trenta anni di lotta alle dipendenze e di aiuto alle persone”, come hanno riassunto la loro storia don Paolino Trani, fondatore e responsabile del Centro, l’amministratore Modesto Urbani, e, per i 10 operatori attualmente in organico, Alessandra Valeri, in vista di sabato prossimo, 7 dicembre 2019, quando il trentennale verrà ricordato a partire dalle 21.00 al Teatro comunale con la musica di Fabio Battistelli e Stefano Falleri, il teatro dei ragazzi del Ceis e la presenza del presidente della CEI il cardinale Gualtiero Bassetti. 

“In questi trenta anni sono passate per il Ceis circa 1.300 persone con un’età che va da 25 a 50 anni, uomini in prevalenza, un terzo dei quali provenienti dal carcere. Sempre più spesso accogliamo stranieri anche se non abbiamo dati sul successo di questo cammino, che è molto tortuoso e può non raggiungere mai punti di non ritorno” dice don Paolino Trani, menzionando il sacerdote Enrico Trebalzini che negli anni Ottanta ebbe l’intuizione del Centro Solidarietà e Accoglienza di Arezzo in seno al quale è nato e si muove il Ceis di Città di Castello.

“In 30 anni di Ceis ho celebrato 40 funerali, ci sono utenti che vanno e vengono periodicamente, altri che invece che hanno ricostruito la loro esistenza ed ora hanno famiglia, lavoro. Ma rispetto agli anni Novanta, la droga non è sentita al livello di emergenza sociale, è, per così dire, normalizzata, se ne parla meno. La dipendenza è vissuta come una faccenda personale, al limite familiare. Invece avremmo bisogno di sentire la comunità vicina perché le droghe (eroina e cocaina) ma soprattutto l’alcolismo, a torto molto sottovalutato, non sono affatto in regressione. Il quadro dei nostri utenti inoltre è molto più complesso perché la poliassunzione e le sostanze chimiche facilitano l’insorgenza di sindromi psichiatriche. Speriamo che il trentennale serva per riavvicinare le scuole, le associazioni, i cittadini al servizio che svolgiamo e crescano i volontari”.

Come funziona un Ceis: “Il nostro percorso si articolare in tre fasi: la prima di Accoglienza è residenziale e dura circa 4 mesi rinnovabili. Per l’utente è il primo passo per uscire dalla dipendenza con cui arriva da noi. Poi c’è uno step residenziale in Comunità ad Arezzo e poi la parte finale di Reinserimento ancora da noi, con una presenza dalle 9 alle 17 nella struttura e due appartamenti in via Trastevere, gestiti dal Ceis in cui i ragazzi vivono” spiega Alessandra Valeri, che parla di un “mestiere difficile ed esaltante con tanti momenti critici ed altri bellissimi”. L’attesa di Alessandra e degli altri operatori è per lo spettacolo teatrale che i ragazzi del Ceis metteranno in scena a cura di Gilda Foni al Teatro degli Illuminati nella serata del trentennale. “Lo stiamo vivendo come un vero e proprio esordio e per l’occasione sono tornati anche nostri ex utenti”. Modesto Urbani ha sottolineato invece “l’impegno umano e in termini di responsabilità per garantire che la permanenza nel Ceis sia un’esperienza positiva ed aiuti i ragazzi ad uscire da una spirale drammatica. Non solo dal punto di vista del vissuto lavorare con le dipendenze può essere provante ma anche da un punto di vista materiale: gli alloggi per il periodo di riabilitazione sono stati ceduti a titolo gratuito dalle Piccole ancelle del Sacro Cuore e vengono mantenuti dal Ceis in autonomia. Ma è importante avere un luogo dove stare in tranquillità al termine della giornata”.

“Se torno indietro con la memoria vedo tanti volti, indubbiamente più di un migliaio. All’inizio i ragazzi stavano in appartamenti con genitori e volontari che li assistevano a turno - dice don Paolino Trani -  La Diocesi ci offrì anche la canonica di Santa Maria del Popolo, dove tuttora stanno i ragazzi e le ragazze che sono in programma. Con il tempo l’entusiasmo è un po’ calato e i volontari hanno cominciato gradualmente a diradarsi. Il rapporto con i SerT, strutturato attraverso convenzioni, procede tra alti e bassi, anche per via dei finanziamenti delle Regioni sempre in diminuzione. Ultimamente, nonostante la scarsità di lavoro, è sempre più complicato trovare persone disposte a lavorare nelle varie sedi. Per non parlare dei genitori, quando ci sono, che fanno tanta fatica a seguire i figli nei vari programmi di recupero. Ma noi siamo intenzionati a portare avanti la scelta di trenta anni fa, perché la droga non è finita, anzi è in crescita su tutte le fasce sociali e d’età”. “Anche per questo è importante esserci”, ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini, invitando a partecipare alla manifestazione di sabato 7 dicembre al Teatro degli Illuminati con inizio alle 21.00. Ci sarà l’intervento del presidente della Cei Bassetti, delle autorità e del presidente del CSA di Arezzo e Città di Castello Sandro Balò, alcune testimonianze dei ragazzi. Poi la musica del maestro Fabio Battistelli e di Stefano Falleri. Quindi il teatro a cura di Gilda Foni. E al termine un momento di convivialità presso il Ridotto.

 

 

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