Contro ogni mia più rosea aspettativa, vista la condizione che non era al top... Arriva un'inaspettata vittoria nella 24h del Montello. E arriva anche il titolo di Campione Italiano Ultracyling 24h. Stabilendo il nuovo record assoluto del percorso di percorrendo 709km e oltre 8000m di dislivello.

Daniele Rellini, storia di una missione impossibile. Quando cresci in una famiglia in cui la bici è come il pane quotidiano e dai il primo colpo di pedale a sei anni, inconsapevolmente leghi la tua felicità ad un mezzo con due ruote e una catena? Capita però che la Fortuna a volte ti metta letteralmente i bastoni tra le ruote. Primo anno da dilettanti, caduta in gara che compromette parzialmente l’uso del braccio destro (clinicamente si parla di disabilità di quarto livello)…decidi di appendere la bici al chiodo? 

Come tutti i grandi amori però, anche quello per le ruote silenziose, piano piano comincia a richiamarti. E così, quasi per caso come quando avevi sei anni, dopo due anni di stop, riscopri la bicicletta in una forma completamente nuova, uno strumento per scoprire il mondo. Nonostante la difficoltà nel pedalare a causa dell’infortunio, ti ritrovi sempre per caso, a pedalare in direzione Nord, precisamente verso il punto più a Nord d’Europa, Capo Nord.
Ed è lì che qualcosa scatta. Lo scoprire il mondo viaggiando in bicicletta e l’aspetto competitivo si uniscono in un connubio tra sport ed esplorazione, tra le interminabili ore in sella macinando km e la bellezza di un alba dorata dopo una notte di pioggia.
Sei un ultracylist. 
Da lì il passo, o forse meglio dire la pedalata, per riniziare ad attaccare il numero sulla schiena, è breve!
Nel 2017 vinci una gara di para ciclismo a livello internazionale categoria C4 e partecipi alla coppa del Mondo di para ciclismo con la nazionale.????
Nel 2019 concludi come terzo classificato la Race Across Italy nella categoria unsupported.
Nel 2020 vinci il titolo nazionale di ultracycling nella prova 24h time trial e per non farti mancare nulla completi anche un #Everstinig e chiudi l’anno con 54000 km.
Nel 2021, nonostante l’ennesima caduta sull’arto già compromesso che ostacola la preparazione, termini la Ultracycling Dolomitica (697 km e 17.400 m di dislivello) in 30 ore, sul secondo gradino del podio in categoria unsupported e davanti persino a chi la corre con auto al seguito. “Per fare certe cose devi avere la capoccia vuota” è così che esordisce Daniele Rellini prima di raccontarci tutta la sua storia. Ed in effetti come possiamo dargli torto?
Perché per vivere la bici come fa lui, convivendo con una disponibilità motoria che non gli permette di estendere il braccio a più di 90 gradi e trovando il tempo di allenarsi, nonostante il lavoro, magari rubando le ore in bici a quelle di riposo, un po’ la testa vuota devi averla per davvero.
Quella testa vuota che però solo la passione riesce a darti, quella testa vuota che coincide con la spensieratezza, la leggerezza e la libertà che si ha solo facendo ciò che si ama. Quella testa vuota che in realtà è caparbietà, forza di volontà e voglia di rialzarsi nonostante le difficoltà!
Grazie a Daniele per averci dato l’opportunità di raccontare la sua storia di vita e di sport! 

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