PERUGIA - E’ stata definita la traccia con cui il Tavolo per il centro storico è chiamato a costruire l’architettura della nuova città. In un documento preliminare, approvato dalla giunta comunale, sono state introdotte le linee guida per la definizione del Quadro strategico di valorizzazione e istituito il Tavolo per la valorizzazione del centro storico. Il documento, ora, andrà in partecipazione.
Ne ha parlato questa mattina, in una conferenza stampa a Palazzo dei Priori, il vicesindaco Nilo Arcudi (Decoro urbano e Centro storico), alla presenza del dirigente dell’Unità operativa Centro storico Carmen Leombruni e alcuni rappresentanti delle associazioni dei residenti.
Il Qsv è uno strumento “innovativo” che dà piena attuazione alla legge regionale12/2008 “norme per i centri storici” e contiene l’analisi delle criticità e delle potenzialità di sviluppo dell’acropoli, l’indicazione del ruolo che il centro storico può svolgere nel proprio contesto territoriale, le azioni strategiche e gli interventi da attuare, il piano economico e finanziario e la fase del monitoraggio e verifica delle azioni intraprese.
La Struttura organizzativa Centro Storico ha iniziato la fase preliminare di elaborazione del Qsv, attraverso la raccolta delle informazioni, dei dati, delle conoscenze necessarie alla definizione del piano di lavoro. Ha quindi elaborato un documento che illustra le fasi di lavoro e le idee forza per la valorizzazione dell’acropoli e per la costruzione dell’architettura di una nuova città nel centro storico. Nel documento si sottolinea l’importanza di cogliere il valore che i cambiamenti e le trasformazioni producono.
Nella riprogettazione del futuro della città occorre ripensare – secondo le indicazioni del Qsv - i ruoli degli spazi urbani, pianificare le scelte strategiche attraverso i canali tradizionali e sperimentando le nuove tecnologie, investire nei giovani rendendoli protagonisti del cambiamento e della progettazione, ampliare per il centro storico la funzione vitale di polo di attrazione del territorio.
“Il centro storico di Perugia, tra i più belli del mondo, rappresenta l’identità del nostro territorio – ha detto il vicesindaco Arcudi – ed è un volano unico per la promozione turistica della città e della regione. Con questo strumento vogliamo rafforzare il ruolo del centro storico e focalizzare la nostra attenzione sulle vocazioni e sulle potenzialità di Perugia, città della cultura e della conoscenza. Importante anche la collaborazione e la condivisione di progetti con le associazioni esistenti. Un percorso che questa Amministrazione ha da tempo intrapreso e che intendiamo proseguire con maggiore forza”.
Il Qsv va a integrarsi con altri strumenti di programmazione già adottati dal Comune: “I Puc2, i Contratti di quartiere e il Piano di marketing urbano hanno permesso la realizzazione – ha commentato Arcudi – di una serie di interventi infrastrutturali e di opere, in parte concluse, in parte in fase di ultimazione”. Arcudi ha fatto riferimento ai più recenti interventi su Porta Eburnea, Corso Garibaldi, Borgo Bello, Corso Cavour, Corso Bersaglieri. E ha sottolineato l’importanza che “accanto a queste opere ci sia poi la capacità anche da parte delle varie associazioni di far vivere quegli spazi recuperati. Al momento – ha detto – c’è stata una prima positiva risposta”.
Il vicesindaco ha affrontato anche la questione delle criticità legate al centro storico, riferendosi prima di tutto alla sicurezza. “C’è una percezione diffusa di insicurezza, soprattutto in alcune ore della giornata, legata a episodi di microcriminalità che negli ultimi tempi si stanno verificando soprattutto nell’acropoli. La linea dell’Amministrazione è stata ampiamente delineata dal sindaco il quale ha espressamente dichiarato di non voler più tollerare questa situazione”. Rispondendo a una domanda dei giornalisti sull’esperienza degli stewart, Arcudi ha detto che è stata “positiva”, uno “strumento utile da valutare meglio con le associazioni di categoria e gli operatori del centro storico”.
Altro tema che riguarda l’acropoli è l’utilizzo di strutture al momento in disuso, sulle quali – ha precisato Arcudi – “l’Amministrazione vigila perché ci sia un recupero laddove necessario e una ridestinazione d’uso. Penso al Mercato coperto, all’ex carcere di Piazza Partigiani, alle ex Caserme di Corso Garibaldi e traversa di Via dei Priori”. Mentre, è stato fatto una “puntuale progettazione di recupero di alcune residenze, da Via Fratti, alla Torre degli Sciri, a Via Oberdan e nei prossimi anni altri interventi sono in fase di programmazione”. D’altro canto, “non è casuale che il New York Times abbia scritto un articolo, in positivo, su Perugia e sulle sue bellezze”.
Il dirigente Leombruni, dopo aver illustrato la filosofia alla base del documento, ha fatto riferimento anche al problema dei servizi igienici pubblici: “ci sarà una ridistribuzione dei vespasiani in aree strategiche del centro storico e una ristrutturazione di alcuni già presenti. E’ previsto anche un controllo degli stessi nel periodo estivo in orario serale”.

Ecco i risultati in seguito all'analisi

La residenzialità è mutata nella sua conformazione: sono diminuite le famiglie cosiddette tradizionali, ma sono aumentati i nuclei monofamiliari e la presenza di stranieri. I quartieri storici presentano caratteristiche diverse che da un lato richiamano la loro originaria vocazione, dall’altro invitano e stimolano a un lavoro che ne valorizzi le nuove potenzialità: Porta Sant’Angelo ha una presenza di stranieri molto alta, pari al 30,7% e una percentuale di nuclei monofamiliari superiore al 70%; San Pietro e Porta Eburnea presentano le percentuali più alte di famiglie con minori, rispettivamente 15,6% e 16,2%, ma Porta Eburnea si caratterizza anche per il maggior numero di nuclei con soli over 65enni rappresentati da poco meno del 20%.
Molto importante è l’aspetto legato alla cosiddetta residenza temporanea (non sempre coincidente con quella anagrafica) di una grossa fetta di popolazione del centro storico: gli studenti universitari italiani e stranieri. Anche se si registra un calo di iscrizioni cui consegue un calo di presenze, resta comunque molto importante la percentuale di studenti sul totale della popolazione della città, così come va segnalata una componente più temporanea, ma spesso massiccia di studenti proveniente da uno stesso paese per programmi di studio breve (es. Erasmus, corsi Università per Stranieri …).
I risultati dei focus-group e dei sondaggi telefonici relativi alla sicurezza e alla vivibilità del centro storico hanno invece evidenziato una diffusa percezione di insicurezza in alcune ore della giornata, ma anche una forte attenzione alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale della città in termini di fruibilità e di uso dello spazio pubblico.
I dati relativi al commercio mostrano un’offerta merceologica che soprattutto nell’area dell’acropoli, dove si concentra la più alta percentuale di negozi, si caratterizza per una prevalenza di esercizi di abbigliamento e calzature e beni per la persona. I quartieri presentano situazioni molto differenti: da Porta Eburnea, quartiere più povero di esercizi, a Porta San Pietro più vivace economicamente. I dati registrati nel tempo mostrano una spiccata dinamicità (apertura/chiusura attività) e un crescente sviluppo di esercizi che per tipologia merceologia e modalità di gestione possono considerarsi nuovi e atipici per il territorio, fenomeni che attualmente sono in corso di approfondimento attraverso la realizzazione di un censimento/studio che l’amministrazione sta portando avanti in collaborazione con privati e con la Facoltà di Economia e Commercio per avviare una forma di analisi, controllo e monitoraggio sui cambiamenti in atto.  

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