di Andrea Cegna

«La comunicazione sull’assenza dei vaccini anti-influenzali inviata da Ats di Milano non è arrivata a tutti i medici di base» – dice Paola Pedrini segretaria generale regionale Fimmg (la Federazione italiana medici di medicina generale) – «c’è ancora tanta confusione. Non si riesce a capire quanti vaccini ci vengano dati in totale, siamo nel caos. Tra l’altro l’ultimo lotto di vaccini che ci è stato consegnato non ha nelle confezioni gli aghi, quindi bisogna anche ordinare gli aghi. Di fatto qualcuno di noi ha ricevuto i vaccini con gli aghi, altri gli aghi senza vaccini o i vaccini senza aghi. Siamo nel caos».

Questo non accade sono a Milano ma in tutta la regione, con le sedute vaccinali già programmate e l’obbligo da parte dei medici di posticiparle. «Ci troviamo di fronte al disappunto dei pazienti e all’ansia che nasce per il tempo che passa e la vaccinazione che non arriva. I medici di famiglia non hanno risposte chiare», anche perché nella comunicazione di Ats Milano viene scritto, nero su bianco «non è stato comunicato al momento quando vi potranno essere ulteriori rifornimenti di vaccino».

A Bergamo città, su 55 prenotazioni solo 7 hanno ricevuto il vaccino, ricorda la Fnp Cisl Lombardia. Il segretario generale Emilio Didonè spiega: «Di fronte alla inaffidabilità di questa sanità regionale continua la commedia dei vaccini in Lombardia, questa farsa rischia di trasformarsi in vera e propria tragedia per le migliaia di over 65 lasciati ancora senza vaccini antinfluenzali. Siamo attoniti, soprattutto alla luce della ultima nota della Ats di Milano che ha comunicato, candidamente e senza pudore, ai medici di medicina generale che “al momento attuale la filiera distributiva del vaccino antinfluenzale presenta disponibilità ridottissime di vaccino over 65i”, e non presenta altre disponibilità di altri vaccini antinfluenzali o pneumococcici».

Manuela Vanoli, segretaria di Funzione Pubblica Cgil, punta il dito: «La Lombardia è tra le ultime regioni in Italia per numero di persone vaccinate tra gli ultra 65enni e i pazienti cronici. Al 19 novembre la maggioranza delle regioni d’Italia ha iniziato, senza alcun problema, la campagna vaccinale contro l’influenza, senza code e senza polemiche. In Lombardia non siamo ancora partiti». Vanoli ricorda come l’assenza dei vaccini si correla alla difficile situazione degli ospedali della regione perché «durante il periodo estivo, quando si sarebbe dovuto ri-attrezzare il sistema sanitario nel suo insieme, anche con nuove assunzioni, e preparare così tutte le strutture ad affrontare la situazione odierna, nulla è stato fatto».

E anche sul versante medici di base «è stato fatto poco» ricorda Paola Pedrini «arrivano ancora pochi dispositivi di protezione individuale e ben distanziati nel tempo, forse peggio dei vaccini e quindi con grande scarsità. Qualcosa abbiamo acquistato noi. Ma appunto dalla Regione arriva poco. E anche a livello nazionale manca ancora la presenza della medicina di famiglia nel Cts e nell’unità di crisi. Abbiamo capito quanto è importante la medicina del territorio ma un coinvolgimento istituzionale ancora non c’è stato».

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