(AVInews) – PERUGIA. – ‘Angeli che controllano la Rete’ dall’alto con discrezione e che con le loro ali, al momento opportuno, devono saper circondare e proteggere i figli aiutandoli ad affrontare i problemi legati a fenomeni di bullismo e cyberbullismo per non cadere nell’isolamento. Sono i ‘genitori digitali’ secondo il Kiwanis club Perugia Etrusca che ha organizzato un seminario, venerdì 17 marzo, all’Istituto tecnico economico tecnologico (Itet) ‘Aldo Capitini’ di Perugia.

Ad approfondire questi temi caldi, che vedono coinvolti bambini e adolescenti in particolar modo, vittime o autori di comportamenti violenti, c’erano il dirigente scolastico Silvio Improta, Giuseppina Arcella, giudice presso il Tribunale per i minorenni di Perugia, Edi Cicchi e Dramane Diego Waguè, assessori del Comune di Perugia, la prima a servizi sociali e famiglia, il secondo a scuola e politiche per l’infanzia e l’adolescenza. Presenti, poi, per il Kiwanis club, il presidente Antonino Bertini, la vicepresidente Maria Cristina Tanchi e il cerimoniere Giuseppe Affronti. Infine, tra i relatori, sono intervenuti Roberto Ripollino, tenente colonnello comandante del reparto comando Legione Carabinieri Umbria e Paolo Catanzaro, psichiatra responsabile legale della Scuola di psicoterapia psicoanalitica esistenziale ‘Gaetano Benedetti’ di Perugia.

“Serving the children, mettersi a servizio dei bambini – ha commentato Bertini – è uno degli obiettivi del club. Questo significa aiutarli a crescere, educarli e rafforzarli. Il bullismo è un problema mondiale e ‘vecchio’, ora ha assunto solo nuove forme per via delle attuali tecnologie. Noi crediamo che il bullo non esisterebbe se il genitore sapesse come trattare il figlio, senza difenderlo a tutti i costi anche quando sbaglia”.

“Occorre prevenire il bullismo – ha dichiarato Tanchi – ed è per questo che abbiamo organizzato l’iniziativa, per far luce sul fenomeno e fornire strumenti di comprensione per i genitori, che devono saper cogliere i primi disagi dei figli e individuare le insidie nascoste in Internet”.

“Bisogna fare una sorta di diagnosi differenziale – ha spiegato Catanzaro – tra bullismo-cyberbullismo e una naturale conflittualità psicologica e relazionale. Solo se si hanno giusta competenza e informazione si possono evitare comportamenti e azioni che altrimenti sarebbero controproducenti, come l’indifferenza o l’esasperato allarmismo. Pensiamo sia solo il bullo quello che deve essere controllato ma in realtà dobbiamo essere attenti alla relazione che si instaura tra lui e il bullato. Non dobbiamo solamente pensare di controllare o frenare il bullo ma anche di prenderci cura di una persona che ha le sue fragilità”.

“Il processo penale minorile – ha chiarito Arcella – è lo strumento che consente di intervenire sulle situazioni più gravi, laddove dunque si configura un reato, ed è volto da una parte ad accertare l’esistenza del reato, dall’altra a conoscere la personalità di chi lo ha compiuto per capire se è possibile ricomporre la frattura, quindi intervenire sulle relazioni all’interno della scuola o della famiglia”.

“Il Comune di Perugia – ha dichiarato Cicchi – lo scorso 7 febbraio ha firmato un protocollo d’intesa con Prefettura di Perugia, Ufficio scolastico regionale e Usl, per sancire un’alleanza tra istituzioni impegnate a contrastare il bullismo. Il patto prevede una serie di incontri formativi, informativi e di sensibilizzazione per le scuole e per tutti i soggetti che impattano i giovani”.

Rossana Furfaro

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