PERUGIA - E' un anno di "sostanziale stagnazione" il 2019 per l'economia umbra, che "non evidenzia segnali di dinamismo" ma al contrario si mostra "debole, rallentata", con un export che frena anche a causa del peso delle prospettive future legate all'incertezza nel mercato nazionale e globale. Una economia nella quale l'edilizia è uno dei settori che ha pagato di più la crisi e che non ha usufruito, come avvenne dopo il '97, della spinta che poteva arrivare dall'attività di ricostruzione post-sisma, rimasta "assai modesta per i ritardi accumulati nell'avvio dei cantieri". E' la fotografia che emerge dal rapporto sui dati di aggiornamento congiunturale dell'economia dell'Umbria redatto da Banca d'Italia.

Numeri presentati in una conferenza stampa da Luca Pilli, responsabile della filiale regionale di Perugia, Paolo Guaitini e Giovanni Carnevali, del Nucleo per la ricerca economica della Banca d'Italia di Perugia.

La ricostruzione lenta non aiuta la ripresa dell’edilizia

"Il contributo dell'attività di ricostruzione post sisma rimane assai modesto" per la ripresa del settore dell'edilizia in Umbria e questo per "i ritardi accumulati nell'avvio dei cantieri", emerge anche dal rapporto di Banca d'Italia "L'edilizia - ha detto Paolo Guaitini - è il settore che ha pagato di più la crisi, con livelli di produzione particolarmente bassi e la ricostruzione potrebbe essere come è stato dopo il sisma del '97 una delle leve per favorire una ripresa di questo settore. Abbiamo notato come in questa occasione, a distanza di tre anni dal sisma, il 4-5 per cento degli edifici danneggiati sono stati cantierizzati, mentre all'epoca era oltre il 40 per cento e, quindi, evidentemente, siamo con un ritardo particolarmente rilevante".

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