di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Troppi vuoti e troppe incongruenze, troppe bugie e troppe sparizioni di documenti sulla vicenda della strage di via Fani e del rapimento e l’assassinio di Aldo Moro. Una nuova generazione di scrittori e di saggisti sta di nuovo studiando le carte per trovare tasselli di verità in una vicenda che ha segnato la storia politica del paese e la vita di tutti noi. Il libro, dal titolo “La borsa di Moro” del giornalista Marcello Altamura, é uno di questi testi, scientifici nell’analisi, che chi voglia sapere e conoscere la realtà che ci circonda, non può non leggere. Il saggio é stato presentato, alla presenza dell’autore e della presidente del consiglio regionale Donatella Porzi a Palazzo Cesaroni. Tra i presenti Giacomo Leonelli (Pd), Cristina Rosetti (M5S), gli avvocati Walter Biscotti, Alessandro Bartoli, Maria Valerio, Marzio Vaccari.
Attualmente la Commissione Moro (presidente Giuseppe Moroni), la procura generale di Roma e la procura della stessa capitale hanno in corso indagini. L’avvocato Biscotti, da tre anni difensore dei diritti delle famiglie delle vittime della strage e di recente anche della figlia dello statista, Maria Fida Moro, ha annunciato una sua iniziativa: quella di chiedere che vengano interrogati tutti i brigatisti, ormai da anni tornati liberi, coinvolti nella vicenda, nel tentativo di fare piena luce sia sul sanguinoso agguato, sia sulle fasi del sequestro e dell’uccisione dello statista.
Moro - lo ha sottolineato Altamura - rappresentava un pericolo per gli Usa (per l’apertura al Pci di Berlinguer), per il KGB (perché il partito comunista più forte dell'Occidente rischiava di allontanarsi dalla “casa madre”), per il Mossad (per via del Lodo Moro, che consentiva il passaggio delle armi in Italia ai palestinesi), per le Br. Insomma, stati e strutture indipendenti e nemici tra di loro avevano come “bersaglio” la stessa persona. Potrebbe essersi formato anche un “livello superiore" per eliminare l’ostacolo Moro? Appare un paradosso, dunque, ma forse non lo é, la frase di Geri Grassi, membro della Commissione Moro: “In via Fani c’erano anche le Br”.
Quando si arriverà alla verità? C’é chi risponde: “Quando verranno aperte le casseforti di Forte Braschi” (sede dei servizi segreti) e chi ricorda la frase di Licio Gelli a Renzo Martinelli (regista del film “Piazza delle cinque lune"): “Tra cento anni...”
Da cittadini auguriamoci che il capo della P2 sia stato un cattivo profeta.

 

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