PERUGIA – Prima del voto sulle dimissioni della presidente Marini, la maggioranza si era riunita, presente la stessa governatrice umbra, per decidere cosa fare. Prima di tutto cercare una posizione unitaria in vista del dibattito in aula e registrando al riguardo almeno una defezione. Assente, come c’era da attendersi, l’ex assessore alla sanità Luca Barberini, anch’egli membro dell’Assemblea, il che aveva determinato un certo clima di incertezza sul fatto che la maggioranza potesse raggiungere i voti necessari per far passare il documento di sostegno alla Marini, considerata anche la non pattecipazione al voto che era stata annunciata dal consigliere Giacomo Leonelli.

Con l'intervento del consigliere Silvano Rometti, Socialisti riformisti, è cominciata  la discussione sulla mozione dei gruppi di maggioranza (Pd, Ser, misto Mdp, misto “Liberi e Forti”) che chiedeva alla presidente della Giunta regionale di ritirare le proprie dimissioni. Il documento era stato depositato e illustrato nella seduta del 7 maggio 2019 (https://tinyurl.com/seduta7maggio(link is external)(link is external)).

Si sono espressi contro la mozione i gruppi di opposizione (Lega, M5S, FI, FdI, misto Umbria Next, misto Ricci presidente Ic, misto “Fiorini per l’Umbria”).legislativa.

Presenta in aula, come abbiamo già riportato, la Marini.

Naturalmente la minoranza non aveva dubbio sul da farsi: “Non ci sono più le condizioni per andare avanti" nella legislatura della Regione Umbria ha sostenuto al riguardo Marco Squarta, capogruppo di Fratelli d'Italia. "Si deve andare al voto" ha poi sottolineato. "Non esiste una maggioranza forte e credibile – ha aggiunto - che possa affrontare temi sui quali gli umbri non possono più aspettare".

Ora l’attenzione si è spostata sull’intervento in aula delle stessa Marini che dovrà annunciare se accogliere l’invito a ritirare la dimissiono o confermarle.

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