di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - In battaglia, come nella vita, è buona norma presentarsi non con la boria di sentirsi invincibili e col vento in poppa, ma con la fredda determinazione di dare il massimo contro ogni avversario, sia quello considerato più forte, sia quello valutato come più debole.
Troppo l’entusiasmo, anzi l’euforia dell’ambiente (e sui social) in queste ore per la pur splendida rimonta del Perugia. Sarebbe, tuttavia, un errore esiziale considerarsi già vincenti ed affrontare il Matelica (e poi il Feralpisalò) con l’idea che i punti siano già in tasca. Per i competitor dei biancorossi già il pareggio rappresenterebbe un piatto ricco. Mentre al Perugia serve solo il risultato pieno. 
Nella battaglia di Azincourt (ottobre 1415) i francesi di Carlo VI baldanzosi per la loro netta superiorità numerica (50.000 uomini), per la loro elegante cavalleria e per i temuti balestrieri genovesi, pensavano già alla gloria della vittoria. Molti di meno gli inglesi di Enrico V (13.000 tra cavalieri, fanti ed arcieri, questi ultimi il reparto più cospicuo dell’intera armata) ma compatti e decisi. Gli albionici attesero che la cavalleria del Giglio attaccasse per bersagliarla, già all’inizio della carica, con i loro archi lunghi (di gittata considerevole e potente) disperdendola. A quel punto Enrico V, con le linee avversarie in disordine, attaccò di sorpresa, lui in testa e ottenne una della più celebrate vittorie della storia d’Inghilterra. 
Per fortuna che c’è Fabio, cioè Caserta, che in questi momenti martellerà i suoi sui tanti pericoli del prossimo impegno. Non servono, in questa occasione i Pirgopolinice, i soldati cioè dalle vanterie smodate quanto irreali, ma guerrieri di forza e di carattere, se non gli Achille, quanto meno gli Aiace, gli Ulisse, i Diomede. Gente forte, scaltra, mai doma.
Contro il Matelica non sarà una passeggiata di piacere, perché soddisfatta dell’entrata in griglia play off alla prima esperienza in Lega Pro, la squadra matelicese scenderà in campo (per la prima volta al Curi) enza patemi, anzi proprio serena per arricchire ulteriormente la propria classifica e per gloriarsi, nel caso gli riuscisse il colpaccio, di aver fatto inciampare una blasonata. 
La morale appare scontata: serietà, massimo impegno, determinazione assoluta. Per vincere serve, signori biancorossi, lo spirito dell’indomito Grifo.

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