ASSISI - L’Italia vanta un primato europeo non molto ambito: in Europa, infatti, nessuno gioca più degli italiani. Non solo: il nostro paese, in cui la fanno da padrone le macchinette mangiasoldi, nel gioco d’azzardo legale occupa il nono posto al mondo per perdite di denaro da parte dei giocatori. Tanto da rappresentare un costo sociale altissimo e configurarsi come una vera e propria dipendenza che ha effetti sulle famiglie e spiana la strada alla malavita, al fenomeno dello strozzinaggio, alle estorsioni. Non è infatti da trascurare il ruolo delle organizzazioni criminali che spesso controllano il sistema del gioco d’azzardo, utilizzandolo anche per favorire il riciclaggio del denaro sporco e lucrando con l’usura.

Secondo l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa, in Italia i giocatori d’azzardo fra la popolazione 15-64 anni sono in aumento: nel corso del 2017 hanno giocato almeno una volta con slot machine, videolottery, bingo, ippica, scommesse on line, lotto, gratta&vinci, poker e casinò oltre 17 milioni di italiani (42,8%), che hanno perso quasi 19 miliardi. Solo fra slot machine (che accettano solo monete e si trovano un po’ ovunque) e videolottery (che invece accettano anche banconote, consentendo di giocare cifre più alte) ogni mese in Italia viene perso quasi un miliardo di euro.

L’Osservatorio Nazionale sulla Salute dell’infanzia e dell’adolescenza calcola che in Italia il 20% dei ragazzi tra i 10 e i 17 anni frequenta agenzie di scommesse e il 25% dei più piccoli (di età compresa tra i 7 e i 9 anni) usa la propria ‘paghetta’ per lotterie e gratta&vinci.

Dati allarmanti, ai quali si aggiunge quello dell’aumento esponenziale della dipendenza dal gioco d’azzardo: il numero di chi si trova stritolato nel circolo vizioso del gioco è quadruplicato negli ultimi 10 anni. Un fenomeno che non è facilmente contrastabile, poiché chi lo subisce spesso non si rende conto di avere un problema.

Mentre la politica nazionale continua ad annunciare misure contro il gioco d’azzardo (senza tuttavia per ora essere ancora giunta a una legislazione in merito), Regioni ed Enti Locali hanno svolto un ruolo di supplenza nell’arginarlo sui territori, con regolamenti sulle distanze delle sale da gioco dai luoghi sensibili, limitazioni degli orari di apertura, attività di sensibilizzazione sui rischi del gioco patologico, incentivi offerti agli esercenti per far dismettere le slot machine.

È il caso di Assisi, che grazie alla sensibilità dell’amministrazione guidata dal sindaco Stefania Proietti, ha intrapreso un percorso di contrasto al gioco d’azzardo nel territorio comunale, approvando nell’ottobre 2016 un regolamento che disciplina l’apertura di nuove sale da gioco e l’installazione delle apparecchiature, con interpretazioni restrittive della legge rispetto a quanto applicato finora da altri comuni.

Sono questi i temi che verranno affrontati domenica 27 maggio alle ore 17,30 nell’incontro che si terrà presso la Sala della Conciliazione di Assisi. Moderati da Tonio Dell’Olio - del presidio di Libera “Mario Francese” di Assisi, che organizza l’evento - ne parleranno Angela Bravi (Direzione Salute della Regione Umbria), Luciano Bondi (Servizio Dipendenza da gioco Usl Umbria 1), Giovanni Giudice (Dirigente della divisione Polizia amministrativa, sociale e dell’immigrazione della Questura di Perugia) e Daniele Poto (giornalista, autore del dossier Azzardopoli).

Condividi