Mentre la Lega in Senato vota con entusiasmo la fiducia alle linee programmatiche del Governo Draghi, in Umbria, la Giunta Regionale, fa l’esatto contrario. Tale incredibile incoerenza si è verificata in tema di politiche attive del lavoro. Infatti, il Presidente del Consiglio rimette nell’agenda politica la riforma dei centri per l’impiego e il rafforzamento delle politiche del lavoro, ma in Umbria, la Giunta Tesei, modifica l’impianto della legge n. 1 del 14/2/2018 stravolgendo l’assetto di Arpal e delle sue funzioni a favore dei soggetti privati autorizzati e/o accreditati nei servizi per il lavoro.
Siamo rispettosi della competenza legislativa in materia di lavoro in capo alle Regioni, tuttavia, ricordiamo che ogni scelta va assunta nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni da erogare ai cittadini, definiti dallo Stato, dalle ultime riforme e in primis dalla Costituzione.
Il modello della Lega, già attuato in Lombardia, dove si era già organizzato un modello competitivo tra soggetti pubblici e privati, è notoriamente fallito e superato, ritornando ad un maggiore controllo dei servizi pubblici per il lavoro che riescono a garantire maggiore equità ai cittadini.
Contestiamo, inoltre, la scelta della Giunta Tesei di poter nominare direttamente l’Amministratore di Arpal, che non può essere un soggetto politicamente schierato ma oggettivo, aggravando la struttura di ulteriori costi inutili e producendo uno sperpero di risorse pubbliche che potrebbero essere investite in misure di politica attiva; la delega dei servizi del collocamento mirato ai privati, che rischia di non tutelare le categorie protette e precarizzare ancora di più l’occupazione delle persone svantaggiate e più in generale l’impianto della norma, che introduce il privato nel settore delle politiche del lavoro anche nella gestione prettamente amministrativa. Chiediamo pertanto il ritiro immediato della riforma della legge regionale n. 1 del 2018, cosi come approvata dalla Giunta.
La destra in Umbria a trazione leghista, continua nel suo progetto di smantellamento dei servizi pubblici a favore del privato, dalla sanità al lavoro, progetto a cui ci opponiamo con forza.
Noi riteniamo necessario, al contrario, attuare l’intesa raggiunta nel 2019 in Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome sul “Piano straordinario di potenziamento dei CPI e delle politiche attive del lavoro, in attuazione dell’art. 12, comma 3 del decreto legge 28/1/19 n. 4, convertito con modificazioni dalla legge 28/3/2019 n. 26”, come riportato dal Presidente del Consiglio Draghi nel suo discorso di programma di Governo.
Articolo UNO non sosterrà mai politiche che non tutelino l’uguaglianza, la parità dei diritti e il diritto al lavoro di qualità e si impegnerà per rafforzare l’opposizione politica e istituzionale alle politiche inique della destra.
 

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