PERUGIA - L’Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato a maggioranza (15 sì di PD, DeR, Misto-Art1/MdP, FI, FdI, Misto UN, Misto RP; 3 astenuti Fiorini per l’Umbria e M5S) il Rendiconto dell’Assemblea legislativa per l’esercizio finanziario 2018. 

Illustrando il documento, il presidente della Prima commissione, Andrea Smacchi, ha spiegato che “il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica è stato raggiunto attraverso una gestione del bilancio caratterizzata dal principio di prudenza e di responsabilità, sia nella fase preventiva che nel corso della gestione. Efficacia, efficienza ed economicità si devono conciliare con le attività inerenti la funzione legislativa, di indirizzo e di controllo dell’Assemblea legislativa oltre che con l’informazione e comunicazione, l’organizzazione della struttura e degli uffici e la promozione della cultura.  A tal fine le risorse umane, strumentali e finanziarie devono essere ben armonizzate e finalizzate al raggiungimento dei risultati attesi”. 

Smacchi ha poi evidenziato che “il rendiconto della gestione costituisce il momento conclusivo di un processo di programmazione e controllo che non ha solo una rilevanza tecnica e formale, ma anche politica, in quanto fornisce elementi per valutazioni ed evoluzioni future, rappresentando uno strumento messo a disposizione degli amministratori per poter meglio assolvere i propri impegni nei confronti della comunità regionale. Il risultato della gestione del bilancio dell’Assemblea legislativa per l’esercizio finanziario 2018 si chiude con un risultato di amministrazione positivo di 7milioni e 58mila euro, che ricomprendono accantonamenti e vincoli per complessivi 5milioni e 279mila euro. L’avanzo libero è di 1milione e 779mila euro. 

Nel corso dell’anno 2018, le leggi regionali ‘18/2017’ e ‘3/2018’ hanno introdotto disposizioni che, rispetto alla previsione, hanno determinato modifiche della gestione di componenti della spesa dell’Assemblea legislativa e la riduzione dei trasferimenti da parte del bilancio regionale pluriennale 2018-2020.

Nello specifico: la legge ‘18/2019’ - ‘Disposizioni per la formazione del bilancio 2018-2020’, ha sancito la soppressione del Fondo di previdenza e solidarietà dei consiglieri. Conseguentemente, la corresponsione dei vitalizi nonché, in generale, tutte le spese e le funzioni del Fondo di previdenza sono poste a carico dei rispettivi capitoli del Bilancio dell’Assemblea legislativa. Ciò ha comportato un notevole snellimento e semplificazione di tutte le procedure e tenute delle scritture contabili, gestionali e dichiarative ricondotte in capo all’Assemblea legislativa; la legge n. 3, ‘Riduzione temporanea dell’assegno vitalizio’,  ha ridotto per le annualità 2018-2019-2020, rispettivamente, di 150mila, 300mila e 300mila i trasferimenti di fondi regionali all’Assemblea legislativa.

Le entrate dell’esercizio finanziario 2018 ammontano ad 25milioni 601mila euro:  19milioni 114mila relative ad accertamenti derivanti da trasferimenti correnti da amministrazioni pubbliche; 232mila relative ad accertamenti derivanti da entrate di natura extra tributaria;   4milioni 145mila relative da accertamenti derivanti da partite di giro; 1milione 585mila  quale avanzo di amministrazione 2017, applicato al bilancio 2018; 523mila euro quale Fondo pluriennale vincolato. 

Le uscite che riguardano il bilancio dell'Assemblea legislativa sono principalmente inerenti a “servizi istituzionali”, che rientrano nelle competenze specifiche dell'Ente e considerate obbligatorie per legge, quali: indennità agli amministratori regionali; assegni vitalizi; contributi ai gruppi consiliari; trasferimento fondi; stipendi ed oneri per il personale;  spese per acquisto di beni e servizi. Il bilancio dell’Assemblea legislativa ha trasferito fondi per il funzionamento dell’Isuc (270mila euro) e del Centro Studi Giuridici e Politici (50mila euro)  Le spese dell’esercizio finanziario l’anno 2018, come peraltro già intrapreso nel corso dei precedenti esercizi, hanno visto confermata la generale gestione nell’ottica del contenimento di spesa”.

GLI INTERVENTI 
Claudio RICCI (Misto-Rp/Ic): “Voto favorevolmente questo atto da cui si evince un dato sostanziale: negli anni 2010-2018 vi è stata una complessiva riduzione dei costi del 17 percento. Si tratta di un percorso da portare avanti anche nel prossimo futuro. Tutte le Istituzioni sono chiamate ad una riduzione dei costi. Si presenta una complessità che riguarda la vicenda dell’affitto di Palazzo Monaldi per la quale sarà importante accantonare 770mila euro. Buoni indicatori emergono sulla tempistica dei pagamenti ai fornitori”.

Gianfranco CHIACCHERONI (Pd): “L’Ufficio di presidenza ha fatto un buon lavoro come pure gli uffici di Palazzo Cesaroni. La Corte dei conti ci ha richiamato, tutti, ad un ulteriore contenimento dei costi della politica. Per noi è un impegno prioritario, visto anche il momento che stanno vivendo moltissime famiglie. Negli ultimi anni, il contenimento della spesa è stato per noi una priorità, a partire dal taglio di 10 consiglieri regionali, come pure l’eliminazione dei vitalizi da questa legislatura. Il nostro contenimento della spesa, come gruppo politico, nel triennio 206/2018 è stato di 70 mila euro”. 

Emanuele FIORINI (gruppo misto): “Il gruppo della Lega, di cui ho fatto parte fino a qualche tempo fa, può vantare una gestione molto seria, dato che non sono stati spesi oltre 30mila euro, spese risorse solo per il funzionamento del gruppo della Lega. Le eccedenze siano usate per le famiglie in difficoltà, visto l’aumento di povertà in Umbria. Per quanto riguarda la gestione della Regione, si poteva evitare la nomina del segretario generale perché comunque è un costo maggiore”.

A Fiorini ha replicato la presidente PORZI, ricordando come “non potevamo restare senza un segretario generale e non potevamo avvalerci di un segretario vicario, per cui è solo demagogia”.

Andrea LIBERATI (M5s): “Sulla famigerata questione delle spese dei gruppi, c’è da sottolineare che solo Umbria e Toscana ce l’hanno fatta a salvarsi da un meccanismo di controllo che in Umbria è arrivato tardissimo e ha portato a processo le persone coinvolte, vale a dire la quasi totalità del Consiglio precedente, che è sotto indagine per le spese dei gruppi. Sono irritato con i magistrati di allora, che non intervennero. Con situazioni opache e lentezza dei processi di controllo si arriva al 2021, nonostante si tratti di situazioni non dissimili da quelle intercettate dai trojan in altre inchieste”.

Maria Grazia CARBONARI (M5s): “Vorrei puntare l’attenzione sulla vicenda di Palazzo Monaldi, che ha portato a un contenzioso tra Assemblea legislativa e proprietari dell’immobile, con la decisione di disdire l’affitto dell’immobile. Giusto ridurre la spesa, ma la modalità è stata sbagliata. A fronte di un accantonamento di 515mila euro, sembra che siamo stati condannati a pagare un milione di euro, dovendo trovare le risorse necessarie nell’assestamento di bilancio, anche se secondo gli uffici si tratterebbe di 2-300mila euro, risorse che comunque saranno tolte a questo ente e quindi meno servizi ai cittadini, vedi i trasporti. Con 500mila euro di accantonamento perché non è stato acquistato direttamente il palazzo? Oggi avremmo anche un patrimonio in più. Era giusta l’ottica di riduzione delle spese ma è stata sbagliata la gestione della cosa, perfino non aderendo alla mediazione proposta prima della causa. Sul documento ci asterremo”.

Anche a Carbonari ha voluto replicare la presidente Porzi: “La situazione di Palazzo Monaldi, ereditata dalla passata legislatura, ha avuto un passaggio nella Conferenza dei capigruppo attuale, ma ricordo che nessuno ha optato per manifestare opposizione alla transazione. Inoltre, lei si riferisce al primo grado di giudizio. Nel caso in cui fossimo andati incontro a una transazione lei magari si sarebbe rivolta alla Corte dei conti”. 

 

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