PERUGIA – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato il Bilancio consolidato per l’esercizio 2017 della Regione Umbria con i voti favorevoli di Pd e Misto-Mdp, e quelli contrari di M5S, Lega, FI, FdI, Misto-Rp/Ic.

Il BILANCIO CONSOLIDATO è un documento contabile a carattere consuntivo di natura esclusivamente tecnica, previsto dal decreto legislativo ‘118/2011’, che fotografa il risultato economico e patrimoniale del 'Gruppo amministrazione pubblica' composto da Regione, enti ed organismi strumentali, aziende, società controllate e partecipate con lo scopo di fornire uno strumento informativo dei dati economici e patrimoniali del gruppo inteso come una unica entità, distinta dalle singole società o enti che lo compongono. Il perimetro di consolidamento per il 2017 è composto da 12 soggetti (nel 2016 erano 3). Oltre alla Regione ne fanno parte: Umbria Tpl, Umbria Digitale, Sviluppumbria, Parco Tecnologico Agroalimentare 3A, Ater, Adisu, Arpa, Agenzia Forestale regionale, Aur, Centro per le pari opportunità, Umbraflor. Il risultato del bilancio consolidato 2017 ha un utile pari a circa 35 milioni di euro (nel 2016 era di 55 milioni).

RELAZIONE MAGGIORANZA

Andrea SMACCHI (Pd): “IL BILANCIO CHE ESPRIME CONTI SANI E DOCUMENTI CONTABILI CORRETTI, CON AMPIE GARANZIE PER LA PROGRAMMAZIONE FUTURA. Inoltre il consolidato conferma la dismissione di tutte quelle partecipazioni societarie ritenute non strategiche, per accrescere sempre più il loro ruolo di società operative nei servizi essenziali e fondamentali per la comunità, come quello dei trasporti, dell'edilizia, dello sviluppo economico, dell'ambiente e dell'università con l'obiettivo di aumentarne la produttività ed eliminarne eventuali sprechi. La Regione Umbria ha da tempo avviato una profonda politica di revisione delle spese e delle partecipazioni azionarie in società a capitale pubblico e in enti strumentali, accorpandoli o chiudendoli. Le società pubbliche, la loro efficienza, il controllo del lavoro svolto è un tema su cui in questi anni si è intervenuto con forza anche mediante il piano triennale di semplificazione agenda 2016–2018. La spesa pubblica è sempre più improntata ad una razionalizzazione dei costi affinché si possa avere un'amministrazione sempre più efficiente e senza sprechi. Il Bilancio consolidato è anche uno strumento volto a rendere più efficace l’attività di programmazione, gestione e controllo. Si è trattato di un lavoro complesso, lungo e altamente professionale per il quale esprimo un particolare ringraziamento agli uffici regionali. Il decremento dell’utile, passato da 55 milioni nel 2016 ai 35 del 2017, è riconducibile alle risultanze reddituali della Regione e deriva da una contrazione dei componenti positivi della gestione per circa 10 milioni di euro; dalla rilevazione di maggiori ammortamenti per circa 4 milioni di euro relativi a cespiti che sono stati patrimonializzati nel corso dell’esercizio 2017; dalla riduzione dei proventi straordinari per circa 4 milioni di euro. Il risultato della gestione ordinaria è di 60 milioni di euro. Sottolineo come l’Organo di revisione ha espresso parere favorevole specificando che il bilancio consolidato 2017 rappresenta in modo veritiero e corretto la reale consistenza economica, patrimoniale e finanziaria dell’intero ‘Gruppo Amministrazione Pubblica’”.

RELATORE DI MINORANZA

Maria Grazia CARBONARI (M5S): “VOTO CONTRARIO NON TANTO PER I NUMERI MA PER LE POLITICHE CHE CI STANNO DIETRO, CHE NON SONO UTILI ALL’UMBRIA PER USCIRE DALLA CRISI. Da anni vengono fatte e disfatte le partecipazioni regionali in vista di una razionalizzazione che non arriva mai. Non si comprende la necessità di numerosi enti partecipati, spesso poltronifici per ex politici a fine mandato. Il bilancio consolidato è uno strumento fondamentale per poter valutare dove vanno e come sono gestiti i soldi di tutti noi. La conoscenza è la base di partenza, ma bisogna togliersi i paraocchi. I conti sono freddi ma parlano chiaro. Il conto economico consolidato del 2017 ha un peggioramento consistente rispetto a quello del 2016: il risultato della gestione passa da 78 milioni di euro a 60 milioni (meno 23 per cento) e il risultato d’esercizio passa da 55 milioni a 35 (meno 36 per cento). Nello stato patrimoniale consolidato del 2017, rispetto a quello del 2016, vi è un significativo incremento di alcune voci dell’attivo, che aumenta di oltre 500 milioni di euro. Ma anche il passivo aumenta di 240 milioni di euro. Nel complesso il patrimonio netto passa da 215 milioni di euro a 416 milioni di euro. Riguardo ad alcune voci, esprimiamo perplessità e sollecitiamo interventi per realizzare una rappresentazione veramente veritiera e corretta del bilancio regionale. Serve una ricognizione puntuale della valutazione dei ‘beni immobili’ di proprietà della Regione, in grado di rispecchiare il loro reale valore di mercato, profondamente calato a causa della crisi. Sarebbe opportuno riconoscere i tanti errori del passato, come per il complesso di Monteluce. Bisogna ripensare completamente il modello di ristrutturazione e gestione del patrimonio, che può essere anche occasione di sviluppo. Le ‘immobilizzazioni immateriali’ sono aumentate di oltre 20 volte in un solo anno. Ma trattandosi di beni di terzi ci chiediamo dove sia la creazione di valore per il Gruppo. Le ‘rimanenze’ sono aumentate anch’esse di oltre 20 volte in un solo anno. Le numerose ‘operazioni non coincidenti’ mostrano consistenti discrepanze verso quasi tutte le partecipate, che rischiano di alterare la rappresentazione complessiva dello stato economico e patrimoniale del Gruppo. L’andamento economico delle singole partecipate mostra le perdite perduranti di Umbria Tpl e Umbraflor. Ci sono enti che non si prestano ad una massimizzazione degli utili, ma ciò non può e non deve prescindere da una gestione efficiente e trasparente di ogni aspetto dell’attività. Il controllo esterno non è contro chi vi lavora, ma anzi a favore dei tanti dipendenti che subiscono gli errori di chi le gestisce. Servono più risorse per gli organi di vigilanza e controllo, ma anche una nuova impostazione mentale orientata verso la vera trasparenza e la condanna netta di ogni condotta clientelare. La normativa che impone finalmente maggiore omogeneità e integrazione nella redazione dei bilanci pubblici va in questa direzione, ma riteniamo che nella nostra Regione il volere politico della Giunta è ancora totalizzante. L’Assemblea legislativa è da troppo tempo umiliata a mero organo di ratifica”.

INTERVENTI

Claudio RICCI (Misto-Rp/Ic): “VOTO NEGATIVO IN COERENZA CON QUELLO ESPRESSO PER IL BILANCIO PREVENTIVO E PER IL CONSUNTIVO DEL 2017. La vera novità è che finalmente abbiamo un perimetro chiaro di 11 strutture, più la capogruppo, che vengono radiografate sul piano finanziario. Questo mette a nostra disposizione un cruscotto di controllo gestionale che può determinare la capacità della Regione di mettere a punto indici per controllare efficacia ed efficienza delle azioni che vengono definite finanziariamente. Il bilancio consolidato cristallizza le risultanze su un piano tecnico e fare questa fotografia non è semplice. La Regione sta molto sotto al livello di indebitamento che potrebbe attivare. Essere riusciti a determinare un complesso finanziario che rispetta il quadro normativo mi sembra positivo, al di là delle scelte. Dal 2016 sono stati fatti passi significanti”.

Valerio MANCINI (Lega): “VOTO CONTRARIO PERCHÉ I NUMERI TORNANO NEL BILANCIO CONSOLIDATO MA NON TORNANO A FAMIGLIE E IMPRENDITORI UMBRI. Questo documento assomiglia ad un’analisi puramente numerale. Rispettiamo parametri puntuali di bilancio mentre l’Umbria scivola verso sud, mentre i disoccupati e la povertà aumentano. Tra gli enti controllati fa specie vedere ancora un ammasso di istituti la cui riduzione, eliminazione, razionalizzazione era stata più volte raccontata e promessa. Una sequela di ruoli, incarichi e impegni che dal punto di vista amministrativo non dovrebbero stare ancora in vita e dovrebbero essere ridotti. I numeri non bastano, serve una assunzione di responsabilità, che si deve estendere in tutti gli apparati che vengono menzionati nel bilancio consolidato. In Umbria c’è una situazione di emergenza e serve uno sforzo eccezionale per uscirne che non è condiviso dalla macchina amministrativa, soprattutto per alcune partecipate”.

Gianfranco CHIACCHIERONI (Pd): “IL BILANCIO CONSOLIDATO CI CONSENTE UN’AZIONE PIÙ EFFICACE, AIUTA QUEL PROCESSO DI MAGGIORE GOVERNABILITÀ DA TUTTI AUSPICATO. Questo bilancio ci dà una conoscenza approfondita e appropriata della capacità di governo da parte delle istituzioni del sistema regionale. Un atto importante che ci dà la dimensione esatta delle potenzialità e dei limiti della nostra azione. Il bilancio consolidato deve essere messo in rapporto con le riforme fatte, a partire da quella delle Provincie. Altro tassello del dibattito è legge sul patrimonio attualmente in discussione in Commissione, che va ad arricchire l’area di interessi di governo di questa Assemblea. Alla fine di questo processo di valutazione avremo ben definito l’area della holding della Regione, il suo patrimonio e le funzione degli enti riformati. E questo consente un’azione più efficace da parte nostra. Rende possibile il processo di maggiore governabilità che per decenni abbiamo auspicato e oggi abbiamo nelle nostre mani. Il lavoro non termina qui, ma questo è un passaggio utile e interessante”.

CATIUSCIA MARINI (presidente Regione Umbria): “L e istituzioni si caratterizzano non solo per l’efficienza ma anche per i risultati che non sono certificati solo dai numeri, ma anche, ad esempio, dalla qualità e dall’efficienza del sistema sanitario, come anche dalla qualità delle prestazioni, dall’universalità dell’accesso ai servizi, da un reale esercizio del diritto alla salute. Restituiamo dunque la giusta dimensione al bilancio consolidato, che pure non presenta elementi su cui discutere come è stato fatto stamani in Aula. SI TRATTA DI UN ATTO PREVALENTEMENTE TECNICO MA CHE COMUNQUE EVIDENZIA RESPONSABILITÀ E ANALISI APPROFONDITA. SU BILANCIO E GESTIONE ECONOMICO FINANZIARIA LA QUALITÀ DI QUESTA REGIONE È MEDIO-ALTA E GARANTISCE SOLIDITÀ E ADEGUATO CONTROLLO. Non si può mettere a confronto le variazioni sulle voci di attivo e passivo del bilancio consolidato 2017 rispetto al bilancio consolidato 2016, dove c’erano di fatto due soggetti oltre ad Assemblea e Giunta c’erano Ater e Umbria mobilità mentre oggi ci sono tutte e 16 le società partecipate. Dobbiamo dare giusta dimensione a questo atto: il risultato del bilancio consolidato evidenzia un utile pari a circa 35 milioni nel 2017, credo che questo vada sottolineato; il risultato della gestione ordinaria risulta pari a 60 milioni di euro; il totale dell’attivo consolidato era pari a 2 miliardi e 448 milioni nel 2016 e 2 miliardi e 975 milioni nel 2017, tra immobilizzazioni e attivo circolante. Il totale del passivo consolidato credo che vada visto dal patrimonio netto, 417 milioni, fondi per rischi e oneri 102 milioni, quindi chiarendo cos’è il passivo dell’Ente Regione, è un fondo obbligato di 102 milioni accantonato per rischi e oneri, di cui io auspico una riduzione. Il patrimonio netto è di 417 milioni, con 371 milioni di euro di riserve. Infine, anche sul debito, i debiti di finanziamento sono un miliardo 527 milioni di euro, riferiti ovviamente principalmente alla Giunta per investimenti effettuati negli anni per i relativi mutui”. 

 

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