“Ho scelto di partecipare alla Resistenza perché vedevo sempre più difficile l’avvenire del mio Paese”: così, con grande semplicità e naturalezza, Francesco Innamorati spiegava la sua scelta di unirsi alla lotta partigiana, combattendo i fascisti e i nazisti sia nella sua Perugia che, poi, nel nord Italia, fino a contribuire alla liberazione di Venezia. Allievo di Aldo Capitini, avvocato, comunista, sempre attivo nella vita politica e sociale della sua regione, Francesco è stato ed è per l’Anpi e per la Cgil un punto di riferimento valoriale e umano, che resterà per sempre nel patrimonio delle due organizzazioni. "Con lui perdiamo un riferimento fondamentale per tutta l’Umbria democratica e antifascista - affermano Mari Franceschini, presidente dell’Anpi Umbria e Vincenzo Sgalla segretario generale della Cgil regionale - e questo ci carica di una grande responsabilità, quella di tenere sempre accesa la fiaccola della Resistenza che ha illuminato la nostra Costituzione e deve continuare a proteggere la Repubblica da qualsiasi tentativo di allentamento di quei valori che le partigiane e i partigiani, come Francesco Innamorati, hanno conquistato per le generazioni future”. 

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