PANICALE – Dieci anni fa Panicale fu teatro di una vicenda paradossale. Nella piazza di Tavernelle, la frazione più popolosa, due comitati elettorali contrapposti cercarono di accaparrarsi gli elettori in vista delle elezioni amministrative. Solo che entrambi avevano esposta la bandiera del Pd, nato da appena due anni e già diviso. Uno era capeggiato da Alessandra Todini, la candidata ufficiale del partito, l’altro da Luciana Bianco, sindaco uscente e non ricandidato. Che poi vinse, assicurandosi il bis.

Il Pd fece buon viso a cattivo gioco e alla fine strada facendo si ricompattò. Nel 2014 si presentò unito con Giulio Cherubini capolista. Le due liste Pd del 2009 e quella del 2014 ebbero come altro avversario Francesca Caproni, già avversaria anche nel 2004, ma fino al 2004 vicesindaco Ds, quindi esponente della maggioranza.

Strano posto, Panicale, che è sì un paesotto di 7.000 abitanti, ma per decenni è stato, insieme a Piegaro, uno dei comuni più “industrializzati” dell’Umbria con una centrale Enel, una grande vetreria e decine di aziende di produzione soprattutto metalmeccanica ed elettromeccanica, alcune con oltre 100 dipendenti, cosa rarissima in territori come quello del Trasimeno e della vicina Valdichiana.

Quest’anno, a pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste, la storia sembra ripetersi. Sabato scorso la citata Francesca Caproni ha presentato la sua nuova creatura. Ancora una lista civica, in alternativa al “potere costituito”, quindi al sindaco uscente Cherubini. Ma stavolta non sarà lei a capeggiarla: il candidato sindaco è infatti Virginia Marchesini. Professione avvocato.

Francesca Caproni lascia quindi il ruolo di front-woman, per assumere quello del “Richelieu”, del King maker… o, secondo alcuni del “manovratore da dietro le quinte”, un po’ come Casaleggio coi 5 Stelle. Ma, al di là di questo aspetto e del ruolo di Francesca Caproni, che secondo alcuni è rimasta in disparte nella contesa comunale, per tentare la scalata ala Regione nel 2020, dicevamo che la storia potrebbe ripetersi, perché la lista Marchesini, di cui non sono stati resi noti i candidati per il Consiglio Comunale, potrebbe essere supportata anche da due esponenti Pd come l’ex sindaco Luciana Bianco e l’ex assessore Antonio Gallo.

In proprio o per interposta persona. Gallo, ad esempio, era presente all’iniziativa di sabato 20. Secondo voci di corridoio, l’accordo era bell’e fatto, solo che Francesca Caproni, con la mossa della conferenza stampa per presentare Virginia Marchesini, ha voluto anticipare tutti e mettere le mani avanti a scanso di sorprese.

Pare infatti che il nome della capolista non fosse del tutto gradito ad altri “contraenti” del rassemblement. Luciana Bianco in primis. La quale prima ha partecipato alla formazione della lista Pd, poi, trovandosi esclusa, avrebbe optato per la soluzione B. Anzi C. Ovvero per la soluzione Caproni. Ma anche queste sono supposizioni. Voci.

Può darsi che la “forzatura” caproniana faccia saltare il banco e rimetta tutto in discussione. Gli stessi 5 Stelle sembrano al momento in mezzo al guado. Per quello che se ne sa, a Panicale ci sono stati nel giugno 2018 – un anno fa circa – contatti tra i 5 Stelle e Francesca Caproni, nell’ambito della strategia, impostata da Di Maio, per l’appoggio a liste civiche con possibilità di vittoria. Ma tali contatti non hanno avuto alcun esito. Quindi non ci sarebbe, ad oggi, alcun accordo Caproni-5 Stelle.

Il Movimento ha anche provato – come a Piegaro dove si presenterà con il proprio simbolo e Luca Sargentini candidato sindaco – a presentare una propria lista, ma pur avendo trovato 12 candidati, non ne ha trovato uno disposto a metterci la faccia per fare il candidato a sindaco. “Questa l’unica ragione della mancata presentazione di una lista 5 Stelle”, fanno sapere.

Con Luciana Bianco e Antonio Gallo, anche loro tra color che son sospesi, non è chiaro chi in effetti sosterrà Virginia Marchesini. Ovvio che se la destra berlusconiana, quella post fascista che fa capo a Fratelli d’Italia, la Lega che con il suo leader umbro Briziarelli sta teorizzando la strategia dell’appoggio alle liste civiche anti Pd, e i 5 Stelle non si presenteranno, è facile ipotizzare che quell’elettorato finirà per votare in larga misura, se non in toto, la lista anti Pd, in una specie di sfida Pd contro testo del mondo. Con tanto di intrighi di palazzo, congiure, faide, vendette fratricide.

Ma d’altronde siamo in terra papalina, e si sa il Vaticano, quanto a intrighi non è mai stato secondo a nessuno, e nella terra di Boldrino e Braccio Fortebraccio, capitani di ventura senza pelo sullo stomaco, gente che combatteva ora con Perugia e ora con Siena, poi con Orvieto, schierando di volta in volta il proprio esercito a fianco di chi offriva di più.

C’è chi dice che in caso di vittoria della lista civica Marchesini, Antonio Gallo farebbe l’assessore esterno, assicurando esperienza alla giovane avvocatessa spuntata dal nulla o quasi.

Sul versante del programma, la percezione che se ne ricava dopo quanto è stato illustrato dalla candidata a Sindaco, è quella di un programma minimalistico: “Abbiamo parlato di cose piccole realizzabili – queste d’altronde le parole con le quali la Marchesini ha chiuso la conferenza stampa – Inutile puntare su obbiettivi non realizzabili”. La candidata ha parlato della necessità di pulire il Parco Regina Margherita, di dare una risistemata al campo sportivo del capoluogo. Poi il progetto più ambizioso: coprire le piscine, così da “poterle utilizzare tutto l’anno”.

Marchesini ha parlato inoltre della necessità di adeguare con moderne tecnologie il territorio come la fibra ottica, dimenticando che tutto questo è già nei programmi approvati e operativi dalla amministrazione uscente. Un pensiero anche per il Santuario di Mongiovino, tenere pulito e aggiustamenti vari, tutta l’area verde intorno. Non poteva certo mancare il buon proposito di dare una riparatina alle buche stradali. Ma parlare di programma, senza sapere nemmeno che lista sarà e chi ci è dietro (o di lato) ha poco senso.

Renato Casaioli

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