Coerenza e unità: sono le parole chiave che descrivono al meglio l’esperienza di Luciano Lama come sindaco di Amelia, dal 1988 fino a poco prima della morte nel 1996. Un’esperienza che oggi, 21 ottobre 2021, la Cgil di Terni ha voluto ricordare con un’iniziativa pubblica, molto partecipata (la sala dello splendido chiostro di San Francesco non è riuscita a contenere tutte le persone intervenute), coordinata dalla giornalista Rai Desy D’Addario, alla quale hanno preso parte le persone che più da vicino hanno accompagnato il sindacalista primo cittadino nella sua esperienza amministrativa. Nelle parole del consigliere e suo successore Fabrizio Bellini, dell’assessore dell’epoca Alvaro Sabatini e del vicesindaco, Luciano Rossi, il Lama primo cittadino è emerso come uomo capace di inserirsi al meglio nelle dinamiche di governo di una piccola cittadina di provincia, alle prese peraltro con un forte dissesto economico.

“È stato un esempio di grande senso delle istituzioni e di autorevolezza, ma mai fatta pesare agli interlocutori che anzi - come ha rimarcato Mario Giovannetti, all’epoca segretario della Camera del Lavoro di Terni - ascoltava con grande attenzione, senza mai interrompere”. "Il suo faro - ha sottolineato Fulvio Fammoni, presidente della Fondazione Di Vittorio - è sempre stata la Costituzione e questo lo ha guidato con straordinaria coerenza nelle tante esperienze sindacali, politiche ed istituzionali che ha affrontato. Accanto a questo c’è sempre stata la ricerca dell’unità, non solo sindacale, che lo ha condotto qui ad Amelia ad avviare una delle prime esperienze di governo della sinistra insieme ai cattolici in Italia”. 

“Ringraziamo la popolazione di Amelia che anche oggi ha dimostrato l’affetto che la lega alla figura di Luciano Lama - ha detto Claudio Cipolla, segretario generale della Cgil di Terni - una figura che in questo momento così delicato, dopo gli attacchi subiti dalla Cgil e con le forti tensioni che attraversano la nostra società, è di straordinaria attualità. Proprio Lama ci ha insegnato infatti che 'nelle grandi prove, nei momenti decisivi come questo si misurano in effetti le qualità vere, migliori di una classe, di una popolazione, di una nazione'”.
 

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