di Alfonso Gianni.

Si è spento il grande partigiano, militante, dirigente e intellettuale comunista nato a Barletta nel 1925. Ha dedicato l'intera sua vita non solo ad una militanza attiva e tenace, ma a una sofferta ricerca teorico-politica di una strada originale per la sinistra del ventesimo secolo. Questa sua ricerca lo ha portato a sostenere e poi a distaccarsi dall'ingraismo, mantenendo però sempre con la sinistra interna ed esterna al Pci, e alle sue successive mutazioni, una interlocuzione appassionata, intelligente, per tutti preziosa. Aveva scelto in questi ultimi mesi, segnati dalla malattia, di prendere definitivamente le distanze dal renzismo e da quel progetto di deforma costituzionale contro il quale Reichlin ha elevato un chiaro e netto No. Nel suo ultimo scritto - di cui ho riportato brani in un precedente post - ha chiarito la profonda differenza tra quello che egli intendeva per "partito della Nazione" e come le sue parole sono state "piegate nel loro contrario", cioè per giustificare "l'occupazione del potere". Se ne va una delle grandi figure della storia del comunismo italiano. Ma il suo ricordo e le sue parole restano tra noi.

Immagine di Figiu - Opera propria, CC BY-SA 3.0

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