PERUGIA - “La tutela del Made in Umbria passa anche attraverso i ritardi e la burocrazia che rallentano i finanziamenti comunitari agli imprenditori agricoli umbri”. Così, in una nota, il portavoce del Centrodestra a Palazzo Cesaroni, Marco Squarta (FdI), che, “al fine di salvaguardare un comparto centrale per l’economia fortemente penalizzato da una gestione che danneggia i nostri imprenditori, veri protagonisti dello sviluppo economico regionale”, fa sapere di aver attivato il Comitato per il controllo e la valutazione.

“Dopo i proclami in piazza – commenta Squarta - l’assessore Fernanda Cecchini venga a spiegarci, in audizione, la ragione di questi ritardi perché in un mercato sempre più vulnerabile troppe aziende stanno rischiando il collasso per colpa delle istituzioni. La produzione agricola umbra di qualità – spiega il portavoce del centrodestra - deve tornare al centro delle politiche. La Giunta di centrosinistra continua a scaricare le responsabilità all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) quando, invece, dovrebbe ottemperare al problema diventando il ‘ponte’ tra gli agricoltori in difficoltà e la stessa Agenzia, in quanto la gestione complessiva dei fondi rimane in capo a Palazzo Donini”.

“Agea - spiega Squarta - attua i controlli, le verifiche, la gestione e le erogazioni dei fondi. Ma è stata proprio la Regione ad aver affidato all'Agenzia questi compiti che avrebbe potuto svolgere in maniera del tutto autonoma. In altre parole - sottolinea - Agea è solamente il braccio esecutivo della Giunta, che emana i bandi e gestisce le domande dando mandato all'erogazione dei fondi”. Attraverso l’attivazione del Comitato di Palazzo Cesaroni, dunque, il portavoce del centrodestra chiede di conoscere “l’ammontare esatto dei fondi ancora inutilizzati, ma anche l’elenco di coloro che finora ne hanno beneficiato”.

“Sempre più imprenditori agricoli in difficoltà, anche giovani, a causa della mancata erogazione delle risorse europee – conclude Squarta - si sono dovuti rivolgere alle banche per ottenere prestiti ed effettuare investimenti senza interrompere l'attività delle loro aziende agricole. Troppe imprese rischiano il collasso per colpa delle istituzioni. In un mercato sempre più vulnerabile la produzione umbra di qualità deve tornare al centro delle politiche”. 

 

Condividi