PERUGIA – La Sase spa non ci sta e con una dettagliata nota espone la "reale" situazione dell’Aeroporto San Francesco in relazione agli articoli pubblicati negli ultimi giorni da qualche organo di informazione, assai critici sul bilancio economico e del traffico passeggeri, avvertertendo - spiega – “l’assoluta necessità di fornire maggiori informazioni, che possano ricondurre ad una migliore interpretazione dei fatti e che aiutino ad inquadrare realisticamente la gestione dello scalo umbro nel contesto nazionale ed internazionale caratterizzato da pesantissimi passivi, rischi di fallimento ed elevati finanziamenti necessari ovunque per avviare e sviluppare qualsiasi volo”.

“Una lettura più approfondita, quella che proponiamo – si afferma nella nota -, potrebbe tradursi facilmente in titoli diametralmente opposti apparsi ad esempio ‘Boom di passeggeri con i nuovi voli’ od anche ‘L’attuale governance mai in passivo’, nella speranza che da qui in avanti attraverso una nostra più precisa analisi dei fatti si possa riuscire a propiziare, se e quando meritati, anche articoli e titoli positivi, e non solo critiche forti, se non sproporzionate rispetto al reale contenuto dei dati”.

Per Sase spa occorre, da subito, ricordare che tutti gli aeroporti nazionali medio piccoli del nostro Paese vengono finanziati nella maggior parte, da enti pubblici, associazioni di categoria e fondazioni. La maggior parte delle risorse ricevute sono destinate allo sviluppo dei voli assegnando contributi alle compagnie aeree soprattutto low cost.

Sase spa impiega circa 2.2 milioni dei 3 totali ricevuti da Sviluppo Umbria, Camera di Commercio e Fondazione, cifra molto esigua se comparata con quelle di altri aeroporti di dimensioni simili. Un esempio su tutti quello di Cuneo, con un traffico passeggeri molto inferiore a quello di Perugia, che riceve oltre 6 milioni per il solo incentivo alle compagnie aeree. “Ciò ci induce ad affermare – si puntualizza sempre nella nota - che la prima capacità di un aeroporto è la disponibilità di denaro, in assenza della quale si è costretti a volte a ripiegare su compagnie più piccole, con conseguente rischio di incappare in qualche errore”.

Questa comunque la reale situazione secondo Sase spa.

Il 2019 doveva essere, e lo è stato, un anno di transizione e di programmazione verso un 2020 che, risorse permettendo, si presenta con un numero di voli e di collegamenti verso altre destinazioni europee, da record storico e con pochi eguali tra i piccoli aeroporti italiani, o forse nessuno.

Il minimo calo di passeggeri (-1,9%) sul 2018 è dovuto esclusivamente dal venir meno di due voli di successo operati nel 2018, rispettivamente da Ryanair e da WizzAir, che nonostante i dati superiori alle attese sono stati dismessi unilateralmente dalle compagnie per loro strategie interne. Con questi voli lo scalo perugino sarebbe tornato ai livelli massimi di sempre Malta e Milano da fine ottobre, hanno compensato solo in parte il calo, comunque molto contenuto.

Macroscopici sono i dati di fine anno e inizio del 2020, quando lo sviluppo di nuovi voli, ha condotto ad una vera impennata (essa si meritevole di “titoloni”): +46,25% a novembre e +20,3% a dicembre ed oltre il +20% in questo inizio di gennaio 2020.

Purtroppo, di questo non si è parlato, ma confidiamo molto nella sensibilità di chi dovrà riferirne Le prospettive per il nuovo anno vanno oltre ogni aspettativa. Si aggiungeranno l’Olanda, l’Austria ed ancora l’Inghilterra con 3 nuove compagnie: Transavia, Lauda e British Airways.

A proposito di valore aggiunto – sottolinea sempre Sase spa - bisogna bene evidenziare quanto sia remunerativo per il territorio favorire l’afflusso di turisti via aerea, come confermano i dati riportati ultimamente da varie riviste specializzate e che parlano di un ritorno sul territorio di circa 50 volte per ogni euro investito nel trasporto aereo. Il nostro aeroporto produce direttamente ed indirettamente ogni anno decine e decine di milioni di euro di pil umbro. Vogliamo infine ricordare che negli ultimi 2 anni l’aeroporto non ha prodotto perdite e che anche il 2019 (terzo anno) questo risultato potrebbe ripetersi.

Anche di questa inversione di tendenza non si parla, ma si preferisce menzionare quanto accaduto dal 2006 al 2016. La governance che attualmente gestisce lo scalo quindi dal suo insediamento non ha prodotto perdite e solo nell’ultimo esercizio ha deciso in attesa delle elezioni regionali, responsabilmente di restare in carica per un altro anno onde evitare ulteriori ed inutili polemiche su un ulteriore mandato di tre anni. Anche questo per la trasparenza e per correttezza andrebbe ricordato.

 

 

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