PERUGIA - Di fronte al dilagare del commercio su internet, attraverso le note piattaforme, scendono in campo le cooperative di produzione e lavoro nei settori della logistica e della distribuzione delle merci. L’obiettivo è chiaro: “salvare” il commercio al dettaglio, soprattutto nei centri storici, anche attraverso una razionalizzazione delle consegne adottando un modello sempre più eco-sostenibile, una maggiore qualità del lavoro e una nuova e proattiva partecipazione dei soci e dei lavoratori alle vicende delle imprese.

E’ quanto emerso in occasione del 3° seminario sulla cooperazione tenutosi sabato a Perugia per   iniziativa di Confcooperative Umbria, del Consorzio Logistica Servizi e della piattaforma “Roma è qui”, terza tappa di un percorso che ha già toccato Ascoli Piceno e Roma e vedrà protagonista a breve Bologna. Si è parlato di nuove progettualità per il futuro dei centri storici, attualmente in forte sofferenza economica e sociale; ma anche della necessità di costruire una visione nuova dello sviluppo dell’impresa, che punti soprattutto al rilancio della figura del socio lavoratore, sia in termini di formazione costante che di coinvolgimento alla vita della propria realtà lavorativa.

Andrea Fora, presidente di Confcooperative Umbria ha sottolineato che

“il settore della logistica e della distribuzione merci purtroppo è uno di quelli in cui si annidano maggiormente fenomeni di illegalità, di lavoro sommerso e non pagato, di regole non applicate. La cooperazione si candida quindi a costruire norme certe e chiare e a dare qualità al lavoro in un’ottica di servizio per i cittadini e di riqualificazione dei centri storici che, e Perugia non fa eccezione, hanno particolare bisogno di innovazione per sopravvivere, mentre attualmente soffrono di una crisi evidente”.

L’Assessore comunale allo Sviluppo Economico e Marketing Territoriale, Michele Fioroni è andato oltre.

“Stiamo cercando di costruire un modello di città capace di proporre idee innovative e individuare persone che abbiano le competenze giuste per dare ai cittadini un’offerta di livello anche attraverso i canali abituali Oggi internet offre grandissime possibilità, ma relativamente al commercio è chiaro che sono fortemente a rischio per il futuro le attività più piccole e quelle che insistono in un centro storico dalla conformazione complessa. Una risposta importante può venire proprio dalla cooperazione che per vocazione ha la capacità di mettere a rete competenze e dinamiche diverse. Per questo ben vengano incontri e confronti come quelli che il Consorzio CLS sta organizzando nel centro Italia”.

Incoraggiamento che Mario Terra, presidente del Consorzio che ha sede a Roma e di recente ha inaugurato a Sant’Andrea delle Fratte il primo Centro di distribuzione urbana (CDU) delle merci a basso impatto ambientale ha raccolto sottolineando come negli ultimi due anni

“si sta sviluppando in maniera quasi incontrollabile il sistema innovativo dell’e-commerce, vera e propria multinazionale del web, destinato a mettere a rischio posti di lavoro, orientare i giovani verso situazioni aleatorie o poco concrete e utilizzare sistemi con operatori lasciati alla precarietà che non hanno più partecipazione attiva al processo produttivo o lavorativo divenendo semplici ingranaggi del sistema con conseguenze negative a livello di diritti e di possibilità di partecipare con passione alla vita dell’impresa. Noi offriamo ai sindaci la possibilità di monitorare la mobilità delle merci con strutture che sono già in grado da 20 anni di portare prodotti nel cuore delle città con sistemi ecocompatibili e di infologistica reverse. Per questo chiediamo un maggiore riconoscimento del ruolo delle nostre cooperative che danno nuove opportunità legate soprattutto alla qualità”

All’incontro sono intervenuti anche Mario Mazzoleni dell’Università di Brescia che ha ribadito l’importanza delle cooperative

“capaci di intessere corrette relazioni con enti pubblici ed altre forme di associazionismo in virtù dei propri valori”

e Goffredo Di Palma, fondatore dell’Osservatorio sulla partecipazione dei lavoratori all’impresa “Mitbestimmung”, per il quale

“la cooperazione deve allontanare il rischio di parlarsi addosso, come se fosse  un mondo a se, perché ogni cooperativa è una società a tutti gli effetti, anche se di grandi dimensioni. Il rilancio della figura del socio lavoratore passa attraverso la formazione e la possibilità di entrare nella gestione aziendale comprendendo gli indicatori di performance e tutto quello che sottende agli aspetti economici e normativi”.

Condividi