PERUGIA – “È necessario approvare al più presto i regolamenti attuativi per la redistribuzione ai Comuni dei canoni concessori relativi allo sfruttamento delle acque minerali”. È quanto dichiara il consigliere regionale del Partito democratico Andrea Smacchi, annunciando la presentazione di un'interrogazione alla Giunta per conoscere “quali sono i tempi che occorrono per l'approvazione di tali regolamenti e i motivi di questo ritardo, che potrebbe inficiare in maniera incomprensibile e dannosa il trasferimento delle risorse per il 2018”.

“I regolamenti necessari per l'aumento dei canoni spettanti ai Comuni – spiega Smacchi - avrebbero dovuto essere approvati entro il mese di febbraio 2018. Ma questo ancora non è accaduto. Da febbraio, infatti, la Regione avrebbe dovuto destinare ai Comuni interessati da un minimo dal 30 ad un massimo del 40 per cento (rispetto al 20 vigente) della concessione annua pagata dalle aziende del settore per progetti che riguardano la salvaguardia, la tutela e la valorizzazione e riqualificazione ambientale. L'obiettivo della legge approvata dall’Assemblea legislativa lo scorso settembre, e scaturita da un’iniziativa mia e del consigliere Rometti, era quello di andare verso un miglior modello di distribuzione dei canoni concessori, per riconoscere maggior valenza a tematiche ambientali e territoriali”.

“La proposta infatti - prosegue Smacchi – incrementa l'aliquota dei diritti concessori che restano ai Comuni dove insistono concessioni di acque minerali e attività di imbottigliamento, regolamentando l'attribuzione di tali risorse. Inoltre sancisce l'inizio di un percorso che vede Comuni e Regione protagonisti in sinergia, visto che non sarà più possibile utilizzare queste entrate per interventi diretti della Regione diversi da quelli concordati con i Comuni. Questo grazie ad un vincolo di destinazione delle risorse che ha l'obiettivo di dare agli enti locali la possibilità di presentare progetti per realizzare interventi che vadano verso la salvaguardia, la valorizzazione e la riqualificazione delle aree coinvolte dalla coltivazione di acqua. Con questa modifica ai Comuni interessati saranno distribuite risorse sino a 600mila euro, con un aumento che, in termini numerici, andrà da un minimo di 150 mila ad un massimo di 300mila mila euro in base alla maggiore percentuale applicata”.

“La legge – conclude Smacchi - produrrà un effetto significativo sulle comunità locali. Un incremento importante dei fondi per i Comuni, che servirà a superare le criticità registrate negli ultimi anni. Già nell'assestamento di bilancio 2018, se i regolamenti attuativi venissero approvati, si potrebbero destinare le risorse ai Comuni”. 

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