PERUGIA - “Giacomo Santucci, educatore, protagonista della scuola perugina” è il titolo di un convegno che si svolge questo pomeriggio con inizio alle ore 16,30 nella Sala dei Notari. La manifestazione, con la quale si vuole commemorare Santucci a 5 anni dalla morte, è organizzata dal Comune, di cui Santucci è stato consigliere ed assessore, dall’ Università – Dipartimento di Scienze umane e della Formazione, e dall’ Archivio Giacomo Santucci.
Vi prenderanno parte, oltre a membri della sua famiglia, studiosi, docenti. Concluderà i lavori l’ assessore Monia Ferranti.

IL RICORDO DEL SINDACO BOCCALI:
“Ricordare oggi Giacomo Santucci, maestro, educatore, direttore didattico, amministratore comunale e conoscitore come pochi altri della sua città, assume un significato particolare. Sono passati cinque anni dalla sua morte, il 4 ottobre 2006, e i temi della formazione, della scuola, dell’ investimento sui giovani italiani sono straordinariamente di attualità. Lo sono, purtroppo, perché si avverte con preoccupazione quanto venga sottovalutata quella parte fondamentale del percorso educativo delle nuove generazioni che è la scuola. E’ il contrario di quello che Santucci voleva e per cui ha lavorato tutta la vita, come uomo della scuola e come consigliere e assessore del Comune di Perugia, portando sui banchi di Palazzo dei Priori la sua esperienza sul campo e soprattutto passione e idee innovative.

Nel 2001 fu iscritto all’ Albo d’oro, in occasione del 20 Giugno, e nella motivazione si diceva che “la Città molto gli deve, come primo e basilare maestro di tante generazioni di suoi figli, proprio perché appassionato conoscitore della sua storia”. Questo era infatti un ulteriore aspetto, per nulla secondario, della sua personalità. Santucci era un perugino innamorato della propria città, e di Perugia aveva studiato, esplorato nei dettagli vicende grandi e piccole, raccogliendo di tutte materiali e testimonianze. Anche di questo si legge nell’ iscrizione all’ Albo d’oro, laddove lo si definisce “conoscitore che ha saputo usare la sua padronanza della grande come della minore storia patria, non per il diletto personale o di pochi, ma in primo luogo per la pubblica affermazione dei valori più alti della città, da quelli intellettuali e artistici, alle virtù civili, alle tradizioni popolari”.

Il convegno alla Sala dei Notari, cinque anni dopo la morte, è il giusto omaggio ad un perugino che si è speso con generosità per la sua città, e per questo più di una generazione di concittadini lo ricorda ancora con affetto e gratitudine”.

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