PERUGIA – “Come anticipato a mezzo stampa – dichiarano i Consiglieri del PD Sarah Bistocchi e Tommaso Bori – abbiamo presentato un ordine del giorno affinché questa amministrazione proceda all’immediata rimozione dei manifesti apparsi a Perugia contro l’interruzione volontaria di gravidanza. Non ci dovrebbe essere bisogno, infatti, di ricordare l’Articolo 17 della legge 194 per cui Chiunque cagiona ad una donna per colpa l'interruzione della gravidanza è punito con la reclusione da tre mesi a due anni, che questi manifesti violano palesemente. In altre città i cartelloni hanno avuto sorti diverse rispetto a Perugia: per esempio a Roma sono stati rimossi dall’amministrazione grazie soprattutto alla sollecitazione di alcuni consiglieri comunali del PD. Anche il confinante Comune di Magione ha emesso un’ordinanza firmata dal Sindaco Giacomo Chiodini che ne ha disposto la rimozione”.

“Siamo a 40 anni dall’approvazione della Legge 194/78 – continuano i due giovani esponenti del PD - con cui si è decriminalizzata e disciplinata la pratica dell'interruzione volontaria di gravidanza con le sue modalità di accesso, fino a quel momento appannaggio di mammane e ciarlatani, oppure di impropri rimedi casalinghi. Questo passo in avanti epocale è stato il frutto di una vera e propria battaglia sociale, di manifestazioni e di proteste, della rivoluzione culturale e sociale che in quegli anni ha coinvolto e in parte sconvolto una società in forte mutamento. Grazie alla legge, nei casi previsti e con il giusto percorso, la donna può scegliere di ricorrere alla interruzione volontaria di gravidanza in una struttura pubblica: diritto ad interrompere la propria gravidanza in situazione di sicurezza, muovendosi nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale, in tutela della propria salute presso strutture mediche specializzate, con l’intervento di medici professionisti e nel rispetto delle norme sanitarie e igieniche, diminuendo, inoltre, drasticamente il rischio di aborti clandestini. Purtroppo il pieno accesso all’IVG resta ancora da garantire pienamente: secondo i dati lo scorso anno solo il 59% degli ospedali prevedeva il servizio di interruzione volontaria di gravidanza, il resto sarebbe pertanto non in conformità con quanto previsto dalla normativa. Il numero di obiettori all'interno del personale medico italiano è in media addirittura del 70%. Nonostante sia passato quasi mezzo secolo, ancora sono tante le criticità che si riscontrano in molte strutture ospedaliere e che spesso non permettono un’attuazione concreta della libertà di scelta e di autodeterminazione della donna. Ad oggi a Perugia non è possibile eseguire le interruzioni volontarie di gravidanza farmacologiche, ma esclusivamente chirurgiche con un impatto psicofisico sulla donna completamente differente”.

 “In occasione del Piano strategico nazionale 2017-2020 sulla violenza contro le donne – concludono Bistocchi e Bori - all’unanimità di Anci, Regioni e Province su un tema di straordinaria attualità che desta molta preoccupazione, in merito all’importanza della comunicazione nella sensibilizzazione su questioni così delicate e di forte impatto per la nostra società, è stata affrontata, tra l’altro, la tematica delle affissioni nelle nostre città, spesso intollerabili e provocatorie, sulla scia di regolamenti stringenti adottati già in alcuni Comuni. Quindi, oltre alla rimozione di questi offensivi manifesti, abbiamo anche chiesto a Sindaco e Giunta di modificare l’attuale Regolamento Comunale per la pubblicità e per le pubbliche affissioni prevedendo un divieto espresso di esposizioni pubblicitarie ed affissioni dal contenuto lesivo dei diritti e delle libertà individuali, nel rispetto dell’interesse e della sensibilità collettiva, al fine di tutelare la libertà di scelta e di autodeterminazione dell’individuo, nonché di attivarsi per una completa attuazione e rispetto della legge 194 nel territorio di sua competenza, anche per quello che riguarda l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica”.

 “La questione è di civiltà e prescinde a nostro avviso dall’appartenenza politica: per questo abbiamo deciso di lasciare per una settimana la proposta a disposizione di chiunque voglia sottoscriverla”.

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