di Roberta Fantozzi
200 (DUECENTO) EURO PER 600MILA EURO DI PATRIMONIO SONO TROPPI?
Quanto pagherebbe una persona con un patrimonio di 600mila euro secondo la proposta che è stata avanzata da Leu ed altri? E una con 1 milione di euro?
La prima 200 euro, la seconda 1000 euro.
Se invece avesse un patrimonio di 1,3 milioni di euro, che secondo i dati Banca d’Italia 2018, rappresenta il patrimonio netto medio del 5% più ricco della popolazione, pagherebbe 2500 euro l’anno. A 5 milioni pagherebbe 21mila euro. (Qualcuno di voi conosce persone che abbiano un patrimonio netto di 5milioni di euro – circa 10 miliardi di vecchie lire?)
Dunque 200 euro per 600mila euro di patrimonio e 1000 euro per 1 milione di patrimonio, mentre per la gran parte della popolazione l’eliminazione dell’Imu in particolare sarebbe un evidente vantaggio, dato che la proposta è sostitutiva dell'Imu (e non potrebbe essere altrimenti per non incorrere nel divieto di doppia tassazione) e delle imposte di bollo sui conti correnti (fissa) e sui titoli (proporzionale ma non progressiva).
E’ una proposta giusta, simile ad altre che sono state presentate negli anni (l’imposta sulle grandi ricchezze avanzata qualche anno fa dalla Cgil, quella che stava dentro il Piano per il Lavoro Prc), con una quantificazione simile anche delle risorse recuperabili.
I proponenti hanno calcolato un gettito aggiuntivo di 18 miliardi, con cui si potrebbero fare molte cose. Ad esempio un piano di assunzioni serio nella Pubblica Amministrazione più impoverita d’Europa.
E’ una proposta che non passerà, certo non nella legge di bilancio di quest’anno, dato l’orientamento delle forze maggioritarie nel governo, la levata di scudi della grande stampa, e il senso comune che si è affermato in questo paese sul fisco, che è un senso comune di destra.
Ovviamente non sarebbe risolutiva dei problemi del sistema fiscale: quello dell’evasione, che resta il principale per entità (108 miliardi annui di evasione tributaria e contributiva, di cui 96 miliardi di sola evasione tributaria, secondo l’ultima relazione 2020 relativa al 2017), né quello della perdita di progressività, relativa non solo alla modifica delle aliquote ma alla fuoriuscita di una parte crescente di redditi dalla progressività (tutti i redditi da capitale) che fa sì che siano tassati progressivamente ormai quasi soltanto i redditi da lavoro dipendente e le pensioni.
Ma su di essa, sul principio della tassazione dei grandi patrimoni, come sul recupero di progressività del sistema fiscale, vale la pena non solo fare proposte, ma stampare casini, facendo campagne.
A meno che non si pensi che l’attuale distribuzione della ricchezza sia minimamente accettabile.
Distribuzione su cui esistono diverse stime: da quella prima citata della Banca d’Italia (con la concentrazione di ricchezza sottostimata per stessa dichiarazione degli analisti) con il 40% della ricchezza totale in mano al 5% più ricco, mentre il 30% più povero non ha che l’1% del totale (circa 6500 euro a famiglia), a quella di Oxfam 2020, con il 5% dei più ricchi con il 41% della ricchezza totale, ed i primi 3 miliardari con un patrimonio superiore a quello del 10% più povero della popolazione.
Campagne magari unitarie, su cui, magari, ricostruire un peso della sinistra in questo paese. Non solo per denunciare chi non ci sta (che va fatto), ma per riuscire in tempi non biblici a portare a casa qualche risultato. Magari.
 

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